3 Febbraio 2016: Juventus – Genoa

É il 3 Febbraio 2016 e Juventus e Genoa si sfidano nella quarta giornata del Girone di Ritorno del Campionato Italiano di Calcio Serie A TIM 2015-16 allo ‘Juventus Stadium di Torino.

É una Juventus che domina il calcio italiano. Sta per concludersi un altro campionato davanti a tutti. Davanti a lei c’é un Genoa che disputa campionato tranquillo e senza problemi di retrocessione. Si salverá con ampio anticipo e si isserá fino all’undicesima posizione finale!

Buona Visione!


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Stagione 2015-2016 – Campionato di Serie A – 4 ritorno
Torino – Juventus Stadium
Mercoledì 3 febbraio 2016 ore 20.45
JUVENTUS-GENOA 1-0
MARCATORI
: De Maio autorete 30

JUVENTUS: Buffon, Caceres (Rugani 63), Bonucci, Barzagli, Cuadrado, Padoin, Marchisio C., Pogba, Evra (Alex Sandro 41), Dybala, Morata (Zaza 53)
Allenatore: Massimiliano Allegri

GENOA: Perin, Munoz, De Maio, Izzo, Ansaldi, Rigoni L., Ntcham (Diego Capel 58), Dzemaili (Matavz 81), Gabriel Silva, Pavoletti, Cerci (Suso 55)
Allenatore: Giampiero Gasperini

ARBITRO: Russo
ESPULSIONI: Zaza 90+1 (Juventus)




Tredicesima vittoria consecutiva e record assoluto per la squadra di Allegri, salvata però solo da un’invenzione di Cuadrado in una serata anonima

La tredicesima della Juventus arriva, ma è piuttosto sofferta e con qualche tassa inaspettata come l’ennesimo infortunio, stavolta di Caceres. I bianconeri continuano la loro rincorsa, una salita forsennata cominciata 98 giorni fa e non ancora giunta al termine: a volte tirare il fiato durante una volata del genere è anche fisiologico e in una serata anonima solo un’invenzione di Cuadrado nel primo tempo consente ad Allegri di migliorare il record di dodici successi consecutivi del terzo anno di Conte. E di avvicinarsi così alla sfida contro il Napoli del 13 febbraio sempre a distanza di possibile sorpasso.

Maratona di vittorie

In questa eccezionale maratona di vittorie più che la stanchezza sembra pesare l’assenza simultanea di tre colonne come Chiellini, Khedira e Mandzukic in grado, ognuno a suo modo e nella propria zona di competenza, di garantire una notevole presenza fisica e di personalità. Dal punto di vista atletico infatti il Genoa è una squadra solida e tatticamente occupa bene gli spazi, rendendo complicata la prima mezzora juventina e non solo quella. Gasperini si mette a specchio di fronte al 3-5-2 di Allegri, con Ntcham trequartista-pedinatore di Marchisio. E chiude bene gli spifferi sulle fasce, punto di forza della nuova Juve. Sulla sinistra Ansaldi non soffre Evra. E in generale il ritmo della partita è molto blando. Dybala (bel sinistro, fuori da poco) e poi Pogba (due volte) ci provano da lontano. Ma la scintilla la porta, come contro la Roma, Juan Cuadrado: un’improvvisa accelerazione sulla parte destra dell’area di rigore fa sedere prima Izzo, travolto con un dribbling secco e poi De Maio che devia la palla nella propria porta.

Il colpo di Cuadrado, che con le sue discese ha già fatto qualche gol pesante (e fortunato) in questa stagione, non distoglie però affatto la Juventus dal suo torpore (e dai molti errori banali) e anzi il Genoa si rende pericoloso due volte a cavallo del 45’, con Cerci che costringe Buffon a una parata un po’ goffa. Evra deve lasciare per problemi di stomaco e con Alex Sandro sulla sinistra, la Juve ritrova l’assetto più offensivo sugli esterni, che aveva sperimentato solo nei minuti finali del derby del 31 ottobre: proprio quella vittoria all’ultimo minuto (con gol del colombiano) fu la prima della serie ancora aperta. Se quello però fu l’accendino che accese il sacro fuoco, questa Juve sembra un po’ impigrita davanti al caminetto a rimirare l’album dei successi. Morata in particolare dopo 4 gol in 4 giorni è molto pantofolaio. Appena entra Zaza al suo posto la Juve ha una palla clamorosa per il raddoppio (l’unico tiro in porta della serata), ma il lucano calcia addosso a Perin. E nel finale farà ancora peggio, facendosi espellere. Il Genoa non crea veri pericoli, ma la Juve scricchiola, soprattutto a centrocampo. E anche il maghetto Dybala non agita mai la bacchetta. Ma se portano tre punti, servono anche serate così: testa bassa e pedalare.




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