3 Ottobre 1990: Juventus – Sliven

É il 3 Ottobre 1990 ed a Torino – Stadio ‘Delle Alpi’ si disputa la gara di ritorno dei sedicesimi di finale della Coppa delle Coppe 1990/91

In campo ci vanno oltre che i nostri eroi bianconeri, i bulgari dello Sliven. La gara di andata finì con la vittoria per 2-0 della Juve in terra estera.

I Bianconeri vinseró questo trofeo (la Coppa Coppe) una sola volta: Stagione 1983/84!


Buona Visione!

juventus

Torino – Stadio Delle Alpi
Mercoledì 3 ottobre 1990
JUVENTUS-SLIVEN 6-1
MARCATORI: Baggio R. rigore 15, Baggio R. 18, Schillaci 25, Corini 49, Bonetti D. 52, Julio Cesar 56, Kelepov 85

JUVENTUS: Tacconi, Luppi, Bonetti D., Corini, Julio Cesar, De Agostini, Haessler, Marocchi (Galia 58), Di Canio, Baggio R., Schillaci (Orlando M. 55)
Allenatore: Luigi Maifredi

SLIVEN: Yorgov, Stefanov, Mitev, Tinchev, Paruschev, Mutafchiev (Ivanov 46), Kelepov, Penev, Letchkov, Vandev (Iliev 75), Vassiliev
Allenatore: Ivanov N.

ARBITRO: Syme (Scozia)


Juve serena in Coppa Coppe: 
Totò dopo il gol dell’andata cerca stimoli per il campionato 
Schillaci, il bis di Sliven come cura 
C’e’ Haessler, stop per Casiraghi, De Marchi e Napoli 
Ivanov, tecnico bulgaro: l’importante è non sfigurare
TORINO. Era tempo di vendemmia, anche per la Juventus, quindici giorni or sono a Sliven. Chilometri quadrati di vigne, dall’aeroporto di Bourgas allo stadio. Si vendemmia anche nelle Langhe, adesso. La squadra bulgara non ha speranze di trovare il filare giusto, l’allenatore Ivanov si lamenta: 
«Qualche giocatore acciaccato, il morale abbassato dalla secca sconfitta per tre a zero a Sofia contro il Lokomotiv. La Juventus l’abbiamo vista da vicino a casa nostra, ha giocatori di valore mondiale. Ci teniamo a fare bella figura, comunque. Questo è il nostro obbiettivo principale». 
Fin troppo realista. Se non avessimo visto anche noi lo Sliven da vicino, nell’andata, sospetteremmo delle trappole. Ma francamente non vediamo come gli onesti e simpatici bulgari possano inventare qualcosa che possa infastidire la Juventus. Ed è pure impensabile che i bianconeri si mettano nei guai da soli, per mancanza di concentrazione. La stupende giocate di Roberto Baggio, domenica contro la Samp, hanno giustamente contagiato Agnelli e Montezemolo, ma la Juventus non è convinta di aver davvero offerto come squadra una grande prestazione contro i blucerchiati. Neppure Maifredi si esalta, al di là delle comprensibili difese del gruppo. Buon segno. Stare con i piedi per terra è il segreto per migliorare. Ed è il segreto di Schillaci, che ricorda il gol di Sliven su assist di Casiraghi come un bel momento, un viatico per uscire dal tunnel grigio del campionato. Un altro gol ai bulgari, poi il Lecce come occasione per sbloccarsi definitivamente. Totò non si lamenta più della pubalgia. Sa reagire. Gli dispiace un poco, e lo spiega con garbo, una situazione che a suo parere lo penalizza: 
«Capisco benissimo le attese nei miei confronti, però se fatichiamo a segnare il più bersagliato sono io. Quello che conta, comunque, è che vada avanti la Juventus». 
Gigi Maifredi lascia a giornalisti (e tifosi) la scelta della formazione, nel senso che anticipa soltanto la possibilità di qualche cambio (da uno a quattro). Una bella rosa di possibilità. Spiega: 
«E’ importante trovare sempre i giusti stimoli, sarebbe un errore grossolano sottovalutare lo Sliven». 
Quali cambi, allora?. Immaginiamo siano quattro, il massimo previsto. Un turno di riposo a Napoli, De Marchi, magari a Casiraghi, e ad Alessio che ha giocato contro la Samp. Rientri in difesa di Luppi e Dario Bonetti, conferma di Di Canio. E torna Haessler, ovvio, dopo l’assenza in campionato per squalifica. Il tedesco vive con grande partecipazione, sia pure a distanza, le ultime giornate della riunificazione delle due Germanie. 
«Sono ore decisive per il popolo tedesco, mi sarebbe piaciuto partecipare. Ma la professione mi tiene a Torino, ho già dovuto saltare, purtroppo, la partita con la Sampdoria. Lo Sliven?. L’abbiamo già battuto, ma nel calcio non si deve mai dare qualcosa per scontato. La Coppa è un impegno che vale sempre». 
Il libero Mitev ed il terzino Kirilov sono i due giocatori più acciaccati dello Sliven. Guai grossi per una squadra che anche al completo non brilla nella cerniera difensiva. In campionato, tre trasferte e altrettante sconfitte. Meglio in avanti, i bulgari. Molto veloce Kelepov, piedi buoni e predisposizione al contropiede. Il centravanti Letchov è l’elemento di maggior classe, con l’handicap dei nervi a fior di pelle. Non è una punta vera, preferisce rientrare per riproporsi in avanti attraverso lo scambio. Buon marcatore Vassiliev, che ha nell’anticipo l’arma migliore. Poco altro, nella squadra bulgara. L’allenatore Ivanov trasmette ai giocatori il suo spirito offensivo. Stavolta non può chiedere altro, dopo la sconfitta nella prima partita. Ma sarà la Juve, a costringere lo Sliven a chiudersi. 
Bruno Perucca


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