30 Novembre 2014: Juventus – Torino

È il 30 Novembre 2014 Juventus e Torino si sfidano nella tredicesima Giornata del Campionato Italiano di Calcio di Serie A 2014-15 allo ‘Juventus Stadium’ di Torino. È il Derby della Moleed il capoluogo piemontese si mobilita.

La Juve è guidata dalla panchina da Massimiliano Allegri (che è subentrato al dimissionario Antonio Conte a Luglio)  mentre il Torino è allenato da Giampiero Ventura. I Bianconeri dopo aver conquistato i precedenti tre campionati sotto la guida del tecnico salentino si apprestano a farlo anche con quello toscano. Il Torino invece dall’altra parte si ritaglia un posto sereno a metà classifica ben lontano dalla sua gloriosa storia.

Buona Visione!


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Campionato di Serie A 2014-2015 – 13 andata
Torino – Juventus Stadium
Domenica 30 novembre 2014 ore 18.00
JUVENTUS-TORINO 2-1
MARCATORI: Vidal rigore 15, Bruno Peres 22, Pirlo 90+3

JUVENTUS: Storari, Lichtsteiner, Bonucci, Chiellini, Evra, Marchisio C. (Pereyra 64), Pirlo, Pogba, Vidal, Tevez (Ogbonna 83), Llorente (Morata 58) – Allenatore : Massimiliano Allegri

TORINO: Gillet, Maksimovic, Glik, Moretti, Bruno Peres, Gazzi, Vives (Benassi 53), El Kaddouri (Sanchez Mino 90+2), Darmian, Amauri, Quagliarella (Larrondo 72) – Allenatore : Giampiero Ventura

ARBITRO: Orsato
ESPULSIONI: Lichtsteiner 78 (Juventus)



Il bianconero decide al 93′ un derby intenso e spettacolare. Juve in vantaggio con Vidal, poi una rete capolavoro di Peres ristabilisce la parità. Nel secondo tempo, Lichtsteiner lascia la squadra in dieci. All’ultimo respiro arriva però la vittoria

E al 93’, quando ci si comincia a chiedere se l’1-1 per la Juve sia un punto guadagnato o due persi, arriva Andrea Pirlo e mette d’accordo tutti. Rasoiata a fil di palo coi bianconeri in dieci da un quarto d’ora, Gillet non c’arriva e lo Juve Stadium esplode. L’assalto della Roma è respinto prima ancora di cominciare: ben che le vada, resterà a -3. Per il Toro, che non vince il derby dal ’95 e non porta via punti dal 2008, è l’ennesimo incubo. Immeritato, per l’impegno e la buona prova offerta oggi. Dove non riuscì nessuno per 12 anni, neppure gli azzurri Cerci e Immobile, poté il giorno di ordinaria follia di Bruno Peres, che cancella Cauet dalla voce “ultimo marcatore granata in un derby”. Ma non basta per uscire indenni dalla casa dei rivali cittadini.

78 METRI DI GLORIA — Che possa essere una domenica particolare lo si annusa nell’aria a meno di due ore dall’inizio della partita, quando arriva la notizia dell’assenza di Buffon: spalla destra dolorante, tra i pali va il 37enne Storari. E la sensazione si rafforza a metà del primo tempo, quando Peres inventa un gol da far invidia a Maicon o Cafu: prende palla al limite dell’area granata, saluta Evra, semina un Vidal che getta misteriosamente la spugna nell’inseguimento e scarica un destraccio in diagonale dopo 78 metri di galoppata. E’ l’1-1, perché nel frattempo la Juve era andata in vantaggio con un rigore battuto due volte da Vidal e ottenuto per un braccio alto di El Kaddouri, su punizione di Pirlo. Anche qui torna alla mente Maicon (Juve-Roma del mese scorso), ma stavolta il penalty è netto.

SPAZI — Fino all’intervallo, comunque, il Toro rende fiero lo spicchio di tifosi che l’ha seguito allo Stadium. Oltre alla buona reazione dopo lo svantaggio, resiste alle accelerazioni bianconere e si propone sulle fasce, anche con Darmian. Il rombo di Allegri, in effetti, lo concede. Non tanto a destra, dove l’asse Lichtsteiner-Marchisio garantisce la necessaria applicazione, quanto sul lato opposto, quello francese: Evra trova cross pericolosi, ma in copertura è spesso lasciato solo da un Pogba in versione minimalista.

ROSSO ROSSOCROCIATO — La ripresa inizia con un tentativo di testa di Vidal e soprattutto con il quasi-gol di Quagliarella, servito dalla prima cosa buona dell’altro ex Amauri: palla che sfila accanto al palo. Poi Bonucci chiama al tuffo Gillet dalla distanza. Dentro Morata per Llorente, dopo che Vives aveva lasciato il posto a Benassi. E quando Marchisio cede il posto a Pereyra, è il “Tucumano” a servire a Vidal la palla della doppietta, ma il cileno è in fuorigioco. Un istante più tardi, la gara svolta: Lichtsteiner, nervoso come e più del solito, rimedia il secondo giallo in pochi minuti e si fa cacciare. Sembra sempre più una domenica strana.

MUSICA, MAESTRO — La Juve sbanda, sopravvive a un contropiede mal gestito dai granata, a un tiro di Benassi rimpallato e a un colpo di testa di Gazzi. Allegri corre ai ripari, mette Ogbonna per Tevez e passa alla difesa a tre. Mossa intelligente, che ridà equilibrio alla squadra e le consente di arrivare al tiro due volte, sempre con Pirlo: la prima non va, la seconda è l’ennesimo capolavoro di un maestro di calcio come ne sono nati pochi e come pochi ne nasceranno. Per lui no, non esistono domeniche normali.

STRISCIA DA RECORD — Ricordate l’ottobre bianconero? Molto più nero che bianco. Bene, dimenticate tutto. Sei partite giocate a novembre, sei vittorie. En plein in Italia (4 su 4, 14 reti fatte, solo una – quella di Bruno Peres – subita) e in Europa (2 su 2 in Champions e ottavi dietro l’angolo…)



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