É il 30 Ottobre 1994 e Juventus e Milan si sfidano nell’ottava giornata del Girone di Andata del Campionato di Calcio di Serie A 1994-95 allo Stadio ‘Delle Alpi‘ di Torino.
La Juventus dopo anni di magra si appresta a vincere il suo ventitresimo scudetto con il nuovo allenatore Marcello Lippi. Il Milan dal canto suo vive un campionato di transizione e finisce in quarta posizione.
Buona Visione!
Stagione 1994-1995 – Campionato di Serie A – 8 andata
Torino – Stadio Delle Alpi
Domenica 30 ottobre 1994 ore 14.30
JUVENTUS-MILAN 1-0
MARCATORI: Baggio R. 43
JUVENTUS: Peruzzi, Ferrara C., Orlando A., Fusi, Kohler, Paulo Sousa (Porrini 89), Di Livio (Tacchinardi 72), Conte A., Vialli, Baggio R., Ravanelli
Allenatore: Marcello Lippi
MILAN: Rossi S., Tassotti, Panucci, Gullit, Costacurta, Baresi F., Albertini, Desailly, Donadoni (Stroppa 58), Boban (Massaro 58), Simone
Allenatore: Fabio Capello
ARBITRO: Collina
Vialli se vuole è un bravo gregario
Kohler cancella Gullit, che gira sempre a vuoto
LE PAGELLEJuventus
PERUZZI 6,5. Per lavorare, lavora. Più di Rossi, addirittura. Ma i tiri (di Albertini, Boban, Panucci, Simone) sono cioccolatini. Il suo intervento più solenne e più prezioso resta, così, l’uscita su Albertini, a metà della ripresa.
FERRARA 6. Aveva prenotato Simone, e invece Simoncino finisce dall’altra parte. Per un tempo, Ciro rema sul centro destra, in attesa che qualcuno ora Donadoni, ora Boban – gli faccia un fischio. Cresce nella ripresa, quando, finalmente, può azzannare carne fresca: prima Massaro, poi Simone.
ORLANDO AL. 6. Per come viene ignorato ogni volta che parte in tromba, sembra che i compagni lo considerino ancora del Milan. Scherzi a parte (ma non troppo): fascia sinistra, su Simone, su Gullit (per un attimo), su Stroppa. Missione compiuta.
FUSI 7. Un libero coi fiocchi. Non tollera intrusioni e, forse stimolato dalla presenza di Baresi, orchestra il fuorigioco con la calma dei forti. Il Milan ci cade addirittura undici volte, un record.
KOHLER 6,5. Il panzerone si avvinghia a Gullit, che sempre olandese (come Van Basten, il suo pupillo). Dire che Kohler stravince, significa fargli un torto.
SOUSA 6,5. Di questo paggetto portoghese ci piace la vocazione zanzaresca al pressing, al rammendo, alla regia. Confonde Desailly. Vedesse anche la porta, sarebbe un super
(dal 43′ st Porrini sv).
DI LIVIO 7. Splendido per generosità, slancio, precisione. Suo l’assist del gol. Frastorna Panucci
(dal 27′ st Tacchinardi sv: fa legna, umilmente).
CONTE A. 6,5. Contro Albertini, contro tutti. Un vulcano, per come si immola e sradica palloni. Avesse anche l’ultimo passaggio sarebbe un mostro.
VIALLI 6,5. Dà e prende, senza fiatare. Una partita di oscuro gregariato: come non garba a lui, come invece serve alla squadra.
BAGGIO 7. Lascia o non lascia, un grande gol. La firma sul risultato, più che sulla partita: roba da fuoriclasse, appunto.
RAVANELLI 6,5. Non cede una zolla, tampina gli avversari, si spreme sino all’ultima goccia. LIPPI 7. Pressing, possesso palla, fuorigioco: corregge la tradizione e traveste la Juve da Milan. Fatte le debite proporzioni, si capisce.Milan
ROSSI 6. Senza colpe sul gol, bravo su un fendente di Ravanelli e un piazzato del Codino.
TASSOTTI 5,5. Piccolo cabotaggio all’ancora di Ravanelli. Grazie alle risorse di un mestiere incomparabile, riesce a mascherare – almeno in parte – il logorio dell’età.
PANUCCI 5. Di Livio, spesso, come un fiumi; in piena: e lui, solo un fragile argine.
GULLIT 5. Un sacco vuoto, e perdonateci se la definizione non è nuova. In balia degli eventi, sempre e comunque. Poco servito, poco reattivo. Un fantasma, che ò stato cancellato da Kohler.
COSTACURTA 5. Si fa abbindolare da Baggio sul gol, ricorre a un brutto fallo per disinnescare Ravanelli. E dire che era partito bene.
BARESI 6. A differenza di Costacurta, stenta a sintonizzarsi, si macchia di un paio di grossolani scarabocchi, ma poi, strada facendo, si riassetta.
ALBERTINI 6. Lo strano è il numero sette, non il solito contributo alla causa. E’ uno dei pochi, Albertini, a palesare idee stuzzicanti.
DESAILLY 6. Fra Sousa e Conte. Si arrangia. Ma non ò più, non è ancora, il lucchetto di casa Baresi. Contuso. Solo una volta all’attacco: spreca dal limite.
DONADONI 5,5. Sinistra, destra. Timide iniziative
(dal 13′ st Stroppa 5,5: litiga con Ravanelli, non ricordiamo altro).
BOBAN 5. Destra, sinistra. Non trova mai il bandolo
(dal 13′ st Massaro 5,5: c’era una volta Daniele Provvidenza).
SIMONE 5. Un po’ più mobile di Gullit, ma senza frecce in faretra.
CAPELLO 5. Non riesce a far riprendere quota a un Milan in picchiata.L’arbitro COLLINA 7. Ecco una direzione di classe. Il fuorigioco mette invece in croce i guardalinee. Uno, molto dubbio, frena Massaro.
Roberto Beccantini
tratto da: La Stampa 31 Ottobre 1994