30 Ottobre 1996: Juventus – Rapid Vienna

È il 30 Ottobre 1996 JuventusRapid Vienna si sfidano nella Quarta Giornata del Girone di Primo Turno del UEFA Champions League 1996-97 allo ‘Stadio delle Alpi’ di Torino.

La Juventus é Campione d’Europa in carica mentre lo United guidati magistralmente da Alex Ferguson è la squadra del decennio in terra d’Albione. A fine competizione i bianconeri avranno raggiunto l’ennesima Finale, salvo poi perdendo una gara incredibile contro il Borussia Dortmund per 1-3 a Monaco di Baviera.

Buona Visione!

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Stagione 1996-1997 – Champions League – 4ª giornata
Torino – Stadio Delle Alpi
mercoledì 30 ottobre 1996 ore 20:30
JUVENTUS-RAPID VIENNA 5-0
MARCATORI: Boksic 5, Montero 26, Del Piero 29, Boksic 59, Del Piero 75

JUVENTUS (4-3-3): Peruzzi, Torricelli, Ferrara C., Montero, Pessotto G. (Porrini 71), Di Livio (Lombardo 64), Deschamps, Jugovic, Zidane, Del Piero, Boksic (Padovano 64)
A disposizione: Rampulla, Tacchinardi
Allenatore: Marcello Lippi

RAPID VIENNA (AUSTRIA – 3-5-2): Konsel, Schoettel, Ivanov, Zingler, Prosenik, Kuhbauer, Heraf, Stoeger (Pivarnik 65), Penksa (Ratajczyk 46), Mandreko, Stumpf (Jovanovic 46)
A disposizione: Hedl, Wagner
Allenatore: Ernst Dokupil

ARBITRO: Dallas (Scozia)
AMMONIZIONI: Penksa 13, Zingler 81 (Rapid Vienna)


Il Del Piero ritrovato 
Con Boksic, gran valzer del gol 
TORINO. Il passaggio della Juventus agli ottavi di finale della Coppa è in archivio, per quanto rimanga la tenuissima chance di un recupero del Fenerbahce che ha battuto in Inghilterra un Manchester in crisi. La possibilità che questa Juve resti fuori dalle prime otto squadre europee, con quello che si vede in giro, è davvero impraticabile: ieri sera, al Delle Alpi, i bianconeri hanno ripetuto la performance di due settimane fa al Prater e, sbagliando un po’ meno, hanno dimostrato che la differenza tra loro e i campioni d’Austria si misura in 3-4 gol. 
Nell’occasione si è arrivati a 5 (e potevano essere di più) perchè gli austriaci si sono avviliti in fretta, quasi scusandosi per il disturbo di trovarsi lì. Il match si è risolto in una trentina di minuti. Ne sono bastati quattro alla Juve per andare in vantaggio con una conclusione rapinosa di Boksic, che ha colpito la palla ferma in area, dopo una mischia sull’angolo di Jugovic. E altri 25′ sono trascorsi prima dell’uno-due che con Montero (un colpo di testa preciso sulla punizione di Zidane) e Del Piero (lanciato ancora dal francese) ha tolto al Rapid qualsiasi velleità di rimonta in stile romanista. Tutto facile, in discesa. 
I viennesi non hanno esibito neppure la carica agonistica che li aveva sorretti a casa propria. La Juve è rimasta sola in campo a far prove, tenendo un ritmo piacevole anche nella ripresa quando avrebbe potuto girare al minimo. Boksic ha realizzato ancora al 14′, presentandosi solo davanti a Konsel sull’intuizione di Zidane e scavalcandolo con un pallonetto. E alla mezz’ora Del Piero ha chiuso la serata dell’eurogol tirando in porta dal limite, mentre gli austriaci si erano fermati, aspettando che l’arbitro fischiasse la punizione per un fallo su Lombardo. E’ stata la partita delle indicazioni nuove. 
Tutto è girato attorno all’esperimento di tenere Boksic come punta centrale, con Zidane e Del Piero in appoggio. In due mesi Lippi è passato dal tridente classico (Boksic-Vieri-Del Piero) sulle orme del passato, alle due punte (come sabato scorso a Roma con Boksic e Padovano) fino a questo schema che propone il croato con due 9 e mezzo, per dirla alla Platini. Qualche anima frettolosa dirà che la Juve prosciuga il proprio potenziale in attacco. Invece questa è la scelta più brillante, spettacolare e aggressiva che si possa proporre senza creare squilibri: i Lippanti diventano davvero una squadra graffiante che cancella il luogo comune per cui nel calcio moderno non c’è più spazio per i fantasisti. E’ che bisogna saperli sistemare in campo. 
Prendete Zidane. Era costretto a giocare in mezzo al campo, senza capirci molto perchè non ha le caratteristiche che possedeva Sousa: doveva costruire il gioco e difendere, dopo venti minuti ciondolava con la lingua penzoloni come un setter all’inseguimento di una lepre. Per i suoi scudieri era un tormento, Deschamps e Conte avevano le convulsioni tutte le volte che Lippi pronunciava un nome con la Z, fosse pure «zucchero». Zizou intristiva, sentiva aria grama con la possibilità che lo «tagliassero» prima di Natale. Il primo passo verso la libertà espressiva lo ha fatto quando la Juve nelle scorse settimane ha aggiunto un centrocampista, ma ieri si è calato nella formula perfetta per lui. Il francese, che è anche cresciuto sul piano atletico, va dove vuole: può allargarsi e dalle fasce partono cross preziosi, ma più spesso si accentra dietro a Boksic e va a cominciare l’azione, trovandosi spesso a rifinirla. Ieri sera tre dei cinque gol, i più belli, sono venuti da un suo tocco. 
Se Lippi pensa di sfruttare il suo potenziale di tecnica e di fantasia senza rinunciare a Del Piero, non ha alternative a questa che soddisfa pure i centrocampisti, tra i quali si rivede Jugovic come quarta bocca da fuoco. Boksic fa la punta centrale e in Coppa ha dimostrato con quattro gol in quattro partite di essere più concreto che in campionato. Anche Del Piero, in attesa di ritrovare la scioltezza di movimenti e la precisione del tocco, viene avvantaggiato da schemi che lo riportano davvero sotto porta: e se non piacerà a Sacchi, pazienza. La rete del 3-0, in fuga, scartando anche il portiere, lo ha esaltato più di tante esibizioni defilate da centrocampista. Lippi ha detto che domenica con il Napoli si tornerà all’antico, ma chissà che non ci ripensi. Un test con avversari migliori degli austriacotti potrebbe dimostrare che la strada, quest’anno, passa per la fantasia. 
Marco Ansaldo


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