31 Dicembre 1983: Avellino – Juventus

É il 31 Dicembre 1983 e Juventus ed Avellino si sfidano nella Quattordicesima Giornata del Girone di Andata del Campionato di Calcio di Serie A 1983-84 allo Stadio ‘Partenio‘ di Avellino.

É una Juventus piena di stelle di calibro mondiale quello che sfida gli irpini in Campania. Sará una stagione trionfale questa per i nostri beniamini a strisce bianconere. Se in Campionato arriverá l’ennessimo Scudetto (é il 21esimo), in Europa si festeggia la prima (ed unica) affermazione in Coppa delle Coppe. Dall’altre parte i bianco-verdi campani eviteranno la retrocessione in Serie B solo per il rotto della cuffia.

Buona Visione! 


avellino

Stagione 1983-1984 – Campionato di Serie A – 14 andata
Avellino – Stadio Partenio
sabato 31 dicembre 1983 ore 14:30
AVELLINO-JUVENTUS 1-2
MARCATORI: Platini 14, Colomba 15, Penzo 86

AVELLINO: Zaninelli, Osti, Vullo, Schiavi, Favero, Lucci (Bergossi 86), Barbadillo (Bertoneri 79), Tagliaferri, Diaz, Colomba, De Napoli
Allenatore: Ottavio Bianchi

JUVENTUS: Bodini, Caricola, Cabrini, Bonini, Brio, Scirea, Penzo, Tardelli (Prandelli 42), Rossi P., Platini, Boniek (Vignola 64)
Allenatore: Giovanni Trapattoni

ARBITRO: Barbaresco



«Roma e Torino ci daranno parecchio fastidio» 
PLATINI HA CAPITO TUTTO 
«IN SPAGNA HO SCOPERTO CHE NEL CALCIO SONO IMPORTANTI SOLTANTO I DUE PUNTI» 

Ad Avellino, il campione francese ha offerto proprio in occasione del gol segnato a Zaninelli una nuova dimostrazione della sua intelligenza e del suo talento cogliendo in controtempo il portiere avellinese con un colpo di testa astuto quanto preciso. A chi gli rivolge i complimenti, Platini però risponde con la smorfia che gli è abituale quando vuole minimizzare qualcosa. 

“Molto più importante la vittoria della squadra piuttosto che il mio gol. Quello ha un’importanza relativa”. 

Ciò non toglie, tuttavia, che la rete del francese, proprio per le modalità attraverso le quali è maturata, sia stata piuttosto atipica. 

“Non è la prima volta che mi capita — precisa tuttavia l’interessato — ho già segnato gol del genere, sia pure di piede. Con la testa non mi era mai accaduto” 

AVELLINO — La settimana con la quale si è concluso il 1983 è sicuramente stata, per Michel Platini, la più bella di un anno non troppo fortunato. Dapprima il «pallone d’ oro» a riconoscere a livello continentale i suoi grandi meriti di calciatore, quindi la vittoria della Juventus ad Avellino resa possibile grazie a una sua segnatura. Soddisfazioni notevoli anche se non tali da far dimenticare la grande delusione di Atene ( motivo ricorrente, questo, fra i giocatori della Juventus interrogati a proposito di quello che avrebbero voluto cancellare dell’anno vecchio) che ha caratterizzato in chiave negativa la stagione del bianconeri. Momenti di grandezza, quelli vissuti da Platini, che hanno ulteriormente arricchito il blasone di un atleta ormai avviato a occupare un posto primario nella graduatoria del maggiori calciatori di ogni epoca.

Ora la squadra sta nuovamente rispondendo, dopo l’iniezione di nuove energie. É il momento di Vignola. Trapattoni deve decidersi a trovargli un posto in squadra sin dal primo minuto di gioco. Non siamo una batteria di missili, ricordiamo piuttosto le vecchie corazzate cariche di gloria e di ruggine. Per di più, nel passato prossimo, abbiamo sfoggiato a iosa insipienza tattica inusitata per uomini prudenti quali sono il Trap e il buon Scirea. E, malgrado i botti di -Champagne-Platini-, abbiamo buscato spesso e volentieri gol a grappoli con il baricentro troppo alto (nel senso di avanzato sul campo). Sul teleschermo ho visto una Juve assai giudiziosa contro l’ Avellino: Vignola sapiente In regia, onesti cursori a portar palla e a chiuder le falle, Brio millimetrico nei cross, persino Platini che recuperava In difesa. Bandendo le leziosità, cresciamo, lievitiamo come la buona pasta made in Italy. Il Trap può anche rendere I onore agli avversari di giornata e noi tutti riconoscere come determinante per la vittoria un errore altrui. Ma i campionati si vincono anche indossando la tuta da operaio sul frac. 

Sembrava un turno molto facile per i bianconeri, I quali hanno invece sofferto ben più del previsto. Al punto che al termine, secondo l’opinione più diffusa e condivisa dallo stesso Trapattoni, l’Avellino avrebbe meritato la divisione dei punti. Il francese replica ricordando un’esperienza personale: 

“In Spagna, ai campionati del mondo, ho imparato che, al di là dei meriti, soltanto la vittoria è essenziale. Mi riferisco, ovviamente, alle vicende della Nazionale francese: ricevemmo tanti complimenti ma il successo andò ad altri e noi, malgrado gli abbondanti elogi, restammo con un palmo di naso. Nel calcio, d’altra parte come nella vita, la fortuna aiuta quelli che la vanno a cercare”. 

Il campionato è ormai giunto a metà del suo percorso e il livellamento dei valori, sia nella classifica alta che in quella riguardante la zona retrocessione, continua a rappresentare la nota dominante: le squadre ambiziose si sono moltiplicate rispetto agli anni scorsi e gli equilibri tradizionali sembrano aver subito rivoluzionamenti. La penultima giornata del girone di andata, caratterizzata da alcuni confronti di grande importanza, ha per il momento riproposto Torino e Roma quali avversarle più pericolose per le ambizioni di scudetto della Juventus. Ma Platini non ritiene che questa possa essere una novità. 

“Mi aspettavo qualcosa del genere — risponde con tono molto convinto —perché la squadra granata e quella campione d’Italia sono le formazioni che hanno finora dimostrato forza e continuità di risultati. Non è poco in un campionato difficile come quello italiano. E poi giocano bene al calcio e anche questo mi sembra un requisito al quale non si può attribuire scarsa attenzione”. 

Piercarlo Alfonsetti
tratto da: La Stampa 2 gennaio 1984




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