31 Ottobre 1976: Juventus – Catanzaro

É il 31 Ottobre 1976 e Juventus e Catanzaro si sfidano nella Quarta Giornata del Girone di Andata del Campionato di Calcio di Serie A 1976-77 allo StadioComunale‘ di Torino.

É un campionato dominato dalle squadre piemontesi questo. Con Torino e Juventus ‘abbracciate’ in un appassionante testa a testa fino a fine campionato. Alla fine trionferanno i bianconeri per un solo punto in un duello entrato nella storia. Dall’altra parte c’é un Catanzaro che si dibatte nei bassifondi della classifica ma non riesce ad evitare la retrocessione in Serie B.

Buona Visione!


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Stagione 1976-1977 – Campionato di Serie A – 4 andata
Torino – Stadio Comunale
Domenica 31 ottobre 1976 ore 14:30
JUVENTUS-CATANZARO 3-0
MARCATORI: Gentile 9, Bettega R. 53, Cuccureddu 82
 
JUVENTUS: Zoff, Cuccureddu, Gentile, Furino, Morini, Scirea, Causio, Tardelli, Boninsegna, Benetti, Bettega R. (Gori S. 58)
Allenatore: Giovanni Trapattoni
 
CATANZARO: Pellizzaro, Silipo, Ranieri, Braca, Maldera, Vichi, Banelli, Improta, Nemo (Nicolini 69), Boccolini, Palanca
Allenatore: Gianni Di Marzio
 

ARBITRO: Barbaresco 



JUVENTUS, TRE GOL PRIMA DELLA RISSA 

E’ finita tra le lacrime, con il fumo dei candelotti che faceva bruciare gli occhi ed ammorbava l’aria di un pomeriggio che avrebbe dovuto essere di festa e che ha avuto come epilogo la «guerriglia» tra le forze dell’ordine ed alcune decine di esaltati, camuffati da tifosi, che avevano scatenato l’inferno sulla pista antistante la curva Maratona, zeppa di sostenitori calabresi, di bandiere e striscioni giallorossi, con una «coda» nel dopo-gara nelle vie adiacenti il «Comunale». 

E’ bastato un pretesto qualsiasi per far scattare, ancora una volta, la molla della violenza negli stadi: il banale diverbio fra Causio e Braca, a cinque minuti dal termine, quando II risultato era ormai fissato sul 3-0 per la Juventus che aveva dominato, in lungo e in largo, il modesto Catanzaro. Per contendergli un pallone che stava filando in fallo laterale, Braca rifilava una gomitata sulla carotide di Causio. La reazione verbale del «barone» era veemente, prolungata forse oltre il lecito. Per separare i due contendenti intervenivano arbitro e giocatori. Mentre le acque si placavano, un tifoso scavalcava la rete di protezione e, percorrendo II campo per destinazione, si rivolgeva all’arbitro protestando, bloccato da Boninsegna prima di essere saldamente afferrato da due «maschere» e consegnato ai carabinieri. Era la scintilla. Un altro invasore si presentava alle spalle della porta di Pellizzaro e veniva fermato a colpi di manganello. Ne seguivano un terzo, un quarto. Dalla rete di protezione, sfondata, sciamavano decine di esagitati e prendevano corpo i gravi, assurdi incidenti che, con lo sport, non hanno niente da spartire. 

La gara era filata via liscia, senza episodi che giustificassero una simile reazione, a parte un presunto fallo da rigore commesso da Benetti che, sul 2-0, aveva ostacolato con un braccio Ranitri lanciato a rete. Barbaresco l’aveva ritenuto veniale, non ravvisando gli estremi per la massima punizione. Per il resto, nessuno dei quindicimila tifosi del Catanzaro, poteva mettere in dubbio la legittimità del netto successo della Juventus, vivacizzata da un «Causio in più», che con un pizzico di fortuna, avrebbe potuto assumere proporzioni tennistiche. 

Nel primi cinque minuti tre palloni finivano sul legni della porta dell’incerto Pellizzaro. Dopo appena 37 secondi dal «via», Causio, in giornata di grazia, si liberava in «tunnel» di Banelli e crossava; Pellizzaro, con i pugni, respingeva sui piedi di Furino che, dal limite, sparava di collo destro incocciando la parte superiore della traversa. Pochi istanti appresso, su tiro di Bonetti intercettato da un difensore, Causio s’impossessava del pallone e lo indirizzava a rete, colpendo in pieno l’incrocio, con Pellizzaro fuori causa. Poi al 5′, Cuccureddu si produceva in un brillante palleggio aereo per domare la palla e sferrava una cannonata, da circa trenta metri, che rimbalzava sulla sbarra. Tre traverse frutto di un superlorità di gioco schiacciante. I giallorossl apparivano quasi fermi di fronte al ritmo elevatissimo imposto alla partita dalla Juventus e da Causio, finalmente all’altezza della sua fama. 

Tutta la squadra bianconera si muoveva ad un buon livello tecnico, sfruttando le fascie laterali per cercare di rifornire Boninsegna e Bettega marcatissimi da Silipo e Maldera, di palloni utili. Il Catanzaro schierava Banelli «finta ala» con il compito di contrastare Causio lasciando in avanti il solo Palanca alle prese con Morini e con Nemo in continuo movimento. Su Nemo si portava Cuccureddu mentre Gentile si spostava a destra, tenendo d’occhio sia il terzino «fluidificante» Ranieri, sia Banelli, ma soprattutto il corridoio libero. E proprio Gentile smarcatosi con intelligenza, sbloccava il risultato al 9′. La manovra nasceva sulla sinistra: Tardelli serviva Bettega che aggirava con eleganza Maldera e, dalla linea di fondo, centrava alla perfezione sotto porta dove Gentile, precedendo Causio, schiacciava di testa alle spalle di Pellizzaro. Mezzo stadio ammutoliva, l’altra metà esultava. 

Il Catanzaro, perso per perso, imbastiva qualche «a fondo» con Improta ma la Juventus, tutt’altro che paga. Insisteva e sfiorava il gol al 17′: ennesimo cross di Causio per la testa di Bettega che indirizzava di poco fuori bersaglio. I bianconeri collezionavano corners e si sbilanciavano in avanti: al 26′ scaturiva un pericoloso contropiede dei calabresi ma Palanca «telefonava» il tiro e Zoff non aveva difficoltà a neutralizzare. L’iniziativa tornava subito alla Juventus che macinava gioco, sotto la spinta costante di Causio, Furino, Tardelll e Benetti. TardelIi e Boninsegna non sfruttavano al meglio, di testa, due traversoni di Causio. Su una folgore di Cuccureddu, Pellizzaro respingeva: Boninsegna si avventava ma il portiere, piazzato, faceva scudo con il corpo. La Juventus rifiatava e il tempo si chiudeva con un altro contropiede del Catanzaro, orchestrato da Vichi per Maldera: lo stopper si smarriva In zona – tiro e Zoff parava “comodamente. 

Anche in apertura di ripresa la Juventus produceva il «forcing» per mettere al sicuro la vittoria. Pellizzaro respingeva una punizione di Cuccureddu (il portiere giallorosso appariva stranamente restio a bloccare il pallone, quasi gli scottasse tra le mani), poi, all’ 8′, i bianconeri raddoppiavano con un’azione da antologia. Furino, dalle retrovie, toccava verso Gentile che allungava sulla sinistra per Causio: centro basso e perentorio del «barone» all’altezza del dischetto dove Bettega, anticipando Maldera, di esterno sinistro spiazzava Pellizzaro con un pallonetto «tagliatissimo» che concludeva la sua traiettoria nell’angolo opposto, a fil di montante. Un autentico capolavoro di Bettega che, al quarto d’ora, cedeva un po’ a malincuore il posto a Gori. 

Trapattoni, pensando al durissimo «mercoledì di Coppa» con il Manchester United, ha voluto risparmiare Bettega. Sulla testa di Gori capitava subito un invitante cross lavorato da Gentile ma l’attaccante, ancora «freddo», sprecava a lato. Poco dopo, su servizio di Causio, Gori tardava un attimo a concludere ed era anticipato. Occasione per Boninsegna al 19′: il centravanti, su bel cross di Scirea, «sporcava» il sinistro e la sfera rotolava sul fondo. A questo punto anche il Catanzaro effettuava una sostituzione: l’azzoppato Nemo andava sotto la doccia al suo posto entrava Nicolini. Alla mezz’ora, su un contrattacco giallorosso, Ranieri entrava in area ma Benetti, allargando un braccio, lo fermava. I calabresi protestavano invocando il rigore: i tifosi giallorossi s’infiammavano. Era invece la Juventus a consolidare il bottino al 37′ su punizione concessa per fallo di Maldera su Boninsegna: Causio toccava lateralmente a Cuccureddu e, questa volta, il destro dinamite del sardo esplodeva sul pallone che andava a gonfiare la rete di Pellizzaro. Tiro assolutamente imparabile. 

Una ovazione sottolineava la prodezza di Cuccureddu ma erano gli ultimi applausi. Il finale, in campo, non aveva più storia: sulla pista, sugli spalti e attorno allo stadio la «partita» continuava ma era… cronaca nera. Tornando alla Juventus, la squadra di Trapattoni ha ritrovato Causio ed ha cancellato le perplessità di Foggia conservando il suo primato In classifica, a pari merito con il Torino e dimostrandosi in salute per il retourmatch con il Manchester United, decisivo per la sua permanenza in Coppa Uefa. 

Bruno Bernardi
tratto da: La Stampa 1 Novembre 1976



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