4 Novembre 1987: Juventus – Panathinaikos

É il 4 Novembre 1987 e Juventus e Panathinaikos (Grecia) si sfidano nella  gara di Ritorno dei Sedicesimi di Finale della Coppa UEFA 1987-88  allo Stadio ‘Comunale’ di Torino.

I bianconeri sono guidati in panchina da Rino Marchesi e dopo i fasti ed i successi con Giovanni Trapattoni e Michel Platini a guidarli questi sono anni di magra. Inoltre c’é il Milan di Arrigo Sacchi che sta per iniziare la sua era d’oro. Dall’altre parte c’é la squadra greca che dopo aver vinto la gara di andata ad Atene elimina i ‘nostri eroi’ ber mezzo della regola dei gol segnati in trasferta.

Buona Visione! 


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Stagione 1987-1988 – Coppa UEFA – Sedicesimi, ritorno
Torino – Stadio Comunale
mercoledì 4 novembre 1987 ore 20:30
JUVENTUS-PANATHINAIKOS 3-2
MARCATORI: Saravakos 46, Cabrini 48, Dimopoulos C. 53, Alessio 59, Cabrini rigore 72

JUVENTUS: Tacconi, Favero, Cabrini, Bonini (Vignola 78), Brio, Tricella, Alessio, Magrin (Buso 59), Rush, De Agostini, Laudrup
A disposizione: Bodini, Scirea, Bruno P
Allenatore: Rino Marchesi

PANATHINAIKOS: Minou, Vasileiou (Hatziathanassiou 29), Patsiavouras, Kalitzakis, Vamvakoulas, Mavridis, Saravakos (Dimopoulos A. 82), Antoniou, Dimopoulos C., Vlachos, Georgamlis
A disposizione: Batsinilas, Georgakopulos, Sargkanis
Allenatore: Daniil

ARBITRO: Quiniou (Francia)
AMMONIZIONI: Favero 53 (Juventus); Vamvakoulas 35, Kalitzakis 45, Hatziathanassiou 65, dimopoulos C. 85 (Panathinaikos)



Tacconi: «C’è gente che non ha carattere» 
Cabrini: «Abbiamo troppa paura di sbagliare» – 
Marchesi contestato 

TORINO — Ancora una volta Marchesi ha lasciato il Comunale sotto scorta. Subito dopo la partita con un paio di cariche la polizia ha disperso un folto gruppo di tifosi evitando il peggio, ma il solito gruppetto di contestatori ha atteso con pazienza che il tecnico bianconero uscisse dallo spogliatoio per riversargli addosso tutta la rabbia per l’eliminazione. Marchesi è passato indenne tra due ali di folla tenute a bada dagli agenti. Sul suo volto tensione mista ad amarezza. 
Prima di affrontare la fòlla ha spiegato: 
“Viste come sono andate le due partite, non meritavamo questa delusione. Il primo gol greco è fruito di un rimpallo, il secondo di una nostra ingenuità. La squadra si è battuta con carattere e temperamento, ma ha commesso anche qualche errore. Nel primo tempo abbiamo cercato di passare ragionando; nella ripresa ci siamo battuti con il cuore ma abbiamo giocato una gara psicologicamente molto difficile. Ora c’è amarezza, perché quel finale di partita cosi generoso poteva fruttare un altro, decisivo gol” 
Spiega ancora Marchesi
“Non dimentichiamo che ad Atene siamo stati danneggiati dall’arbitro. Quella sconfitta ci ha obbligati a giocare una partita in salita ed inseguire il risultato è sempre difficile, soprattutto se in squadra non c’è gente con esperienza internazionale. E’ venuta fuori allora la grinta e la classe di Cabrini, che si è preso tutte le responsabilità, anche quella di battere il rigore. Manca un leader? Non è una novità, ma l’esperienza in certi ruoli non la si inventa su due piedi. Adesso dovremo soffrire ancora di più, per non vedere sfuggire tutti gli obiettivi che ci eravamo prefissi all’inizio della stagione”. 
Tacconi ama parlare chiaro e neppure questa volta d smentisce: 
“Qualcuno deve capire che per stare nella Juve bisogna avere carattere e saper lottare. I tifosi non meritano una Juve cosi brutta, anzi, bruttissima visto come abbiamo giocato nel primo tempo. Devono anche capire che con i fischi ed invocando il nome di chi non abita più qui non si aiuta la squadra a migliorare. Il primo gol è nato da un rimpallo sfortunato, il secondo da un mezzo autogol di Bonini. Sapevamo che era difficile passare il turno, ma essere beffati così, dopo avere sfiorato la possibilità di segnare il quarto gol con Cabrini é atroce. Ma la nostra reazione nella ripresa è stata troppo confusa. Ora lecchiamoci le ferite e buttiamoci nel campionato”. 
De Agostini non si regge in piedi. Una botta sopra al ginocchio sinistro lo mette in dubbio per domenica. Le durissime parole di Tacconi lo feriscono e con lui si arrabbiano pure Tricelia e Brio. Dice il centrocampista: 
«Certe critiche non dovrebbero essere fatte. Ma ho capito come vanno le cose: qui la vittoria è di tutti, mentre le sconfitte sono sempre orfane. Il fatto è che abbiamo giocato male qui e anche ad Atene. Ma i greci sono stati bravissimi a non farsi chiudere, a rispondere colpo su colpo. Purtroppo il primo obiettivo stagionale è già fallito ed io sono molto triste, perché arrivando alla Juve pensavo quanta strada avrei potuto fare in Europa” 
E per la serie uomini veri ecco Cabrini, autentico protagonista della serata. Ha insegnato a tutti cosa significhi lottare ed avere un cuore grande cosi. Commenta: 
«Chi sbaglia paga e noi errori ne abbiamo commessi parecchi. Ma almeno abbiamo vinto e la dignità è salva. Brutto primo tempo giocato con poco ordine, poi una reazione violenta, ma poco lucida con tanti palloni gettati in mezzo nella speranza che succedesse qualcosa”.
Tacconi accusa, Cabrini spiega: 
“Delusioni come queste possono esser utili, perché fanno capire a qualcuno che bisogna saper lottare e sacrificarsi. Ma questa squadra non gioca tranquilla, ha paura, quindi sbaglia. Certo non è più la Juve dei bei tempi, la squadra in cui ho avuto la fortuna di crescere e di vincere, accanto a gente come Tardelli, Gentile e Furino, campioni irripetibili”. 
Entusiasmo sfrenato tra i greci. Champagne e lacrime a profusione. Il tecnico Vassai Daniil è pallido per la tensione accumulata nell’ultimo quarto d’ora di partita. 
Spiega “La vittoria più importante del calcio greco e del Panathinaikos in particolare. Sono stato di parola. Ad Atene avevo detto che qui a Torino avremmo attaccato e lo abbiamo fatto, perché solo cosi potevamo qualificarci. Dopo l’infortunio di Vassiliu ho temuto il peggio, ma la squadra non ha mai smesso di battersi e solo nel finale abbiamo rischiato grosso. Il quarto gol della Juve poteva arrivare da un momento all’altro, ma devo ringraziare i miei per la grinta con cui si sono battuti”.  

Fabio Vergnano


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