6 Dicembre 1995: Steaua Bucharest – Juventus

É il 6 Dicembre 1995 Steaua Bucharest Juventus si sfidano nella Sesta (ed ultima) Giornata dei Gironi della UEFA Champions League 1995-96  allo Stadionul Steaua – Ghencea di Bucharest (Romania).

La Juventus guidata in panchina dal ‘maestro‘ Marcello Lippi, dopo aver rivinto lo Scudetto dopo ben otto anni adesso pensano in grande. Pensano alla Champions League (che conquisteranno a Roma). Ed infatti i bianconeri non giocano come sanno in campionato e si fanno ‘rubare’ il titolo dal Milan. Alla fine sará solo secondo posto. Dall’altre parte c’é una Steaua che é lontana parente della squadra che dieci anni prima conquistó la sua prima (ed unica) Coppa dei Campioni.

Buona Visione!


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Stagione 1995-1996 – Champions League – 6ª giornata
Bucarest – Stadionul Steaua – Ghencea
mercoledì 6 dicembre 1995 ore 21:30 
STEAUA BUCAREST-JUVENTUS 0-0

STEAUA BUCAREST: Stelea, Panait, Dobos, Nagy, Prodan, Csik, Pirvu (Rosu 46), Militaru (Ilie S. 83), Gilca, Vladoiu, Filipescu (Raducan 63)
A disposizione: Gherasim, Bucur
Allenatore: Dumitru Dumitriu

JUVENTUS (5-4-1): Rampulla, Ferrara C., Pessotto G., Torricelli, Porrini, Carrera M., Deschamps, Conte A., Marocchi (Lombardo 66), Jugovic, Ravanelli (Del Piero 46)
A disposizione: Peruzzi, Fusi, Trotta
Allenatore: Marcello Lippi

ARBITRO: Grabher (Austria)
AMMONIZIONI: Marocchi 62 (Juventus); Dobos 53 (Steaua Bucarest)
ESPULSIONI: Vladoiu 59 (Steaua Bucarest)

Lombardo «Meglio giocare a palle di neve» 

BUCAREST. La partita più inutile della Champions League si chiude come Lippi voleva: senza infortuni. Il tecnico bianconero è soddisfatto: 

«La cosa più importante era salvare le gambe su un campo ridotto ad una lastra di ghiaccio. Tutte e due le squadre sono state brave, riuscendo perfino a giocare una partita dignitosa. Il primo problema era l’equilibrio, il secondo controllare la palla simile ad una saponetta». 
Lippi è polemico verso chi ha voluto far disputare ad ogni costo questa partita. 

Aggiunge: 

«E’ folle che si debba giocare in queste condizioni, è assurdo dover raggiungere per forza una città, scendere in campo alle nove e mezza di sera con undici gradi sottozero. Sono cose che non capisco. Pensate se avessimo dovuto giocarci la qualificazione. E meno male che non ci sono stati cartellini gialli che avrebbero potuto pesare sulla partita con il Real».  

Marco Ansaldo
tratto da: La Stampa 7 Dicembre 1995

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