É il 6 Dicembre 1998 e Juventus e Lazio si sfidano nella dodicesima giornata del Campionato Italiano di Calcio di Serie A 1998-99 allo Stadio ‘Delle Alpi’ di Torino.
In casa bianconera sta per avvenire una clamorosa ‘rivoluzione’. Il grande Marcello Lippi poco dopo questa partita rassegnerá le dimissioni da allenatore ed al suo posto arriverá il giovane e rivoluzionario Carlo Ancelotti. Dopo l’iniziale scettiscimo dei tifosi la squadra sembra aver intrapreso la giusta via. Pero’ alla fine sará solo un deludentissimo settimo posto che varrá solo l’accesso per l’europa verso la Coppa Intertoto.
Buona Visione!
Campionato di Serie A 1998-1999 – 12 andata
Torino – Stadio delle Alpi
Domenica 6 Dicembre 1998
JUVENTUS-LAZIO 0-1
MARCATORI: Salas 81
JUVENTUS: De Sanctis, Birindelli, Ferrara C. (Iuliano 46), Montero, Pessotto, Blanchard (Amoruso 61), Conte A., Deschamps, Di Livio, Inzaghi (Fonseca 75), Zidane
Allenatore: Marcello Lippi
LAZIO: Marchegiani, Pancaro, Nesta, Negro, Favalli, Sergio Conceicao, Stankovic (Venturin 90+3), Almeyda, Nedved (Gottard 69), Salas, Mancini (De la Pena 66)
Allenatore: Sven Goran Eriksson
ARBITRO: Boriello
Inzaghi senza bussola
E non sfugge mai a Nesta
Conte super, ma per 45 ‘
DE SANCTIS sw. In porta, fino al gol di Salas, avrebbe potuto giocare la sora Assunta: manco un tiro a celebrare l’esordio del portiere che sa di filosofia. Esce sconfitto dall’unico tiro a rete, su una papera di un compagno e con la testa rintronata da una ginocchiata di Gottardi. Più di Kant lo ispiri San Francesco.
BIRINDELLI 5,5. Contributo modesto e nella ripresa la vicinanza di Iuliano lo imbarca.
FERRARA 6. Di questi tempi non riesce proprio a fare di più. E si infortuna.
(Dal 1 ‘ st Iuliano 5: tocca a lui confezionare il pasticcio, saltando a vuoto su Salas. Regala due palle gol, quella per il cileno è di troppo).
MONTERO 6,5. Limita i rischi in difesa.
PESSOTTO 6. Bene nel primo tempo, assai meno nella ripresa.
BLANCHARD 6. A destra, poi a sinistra, infine in panchina. Lascia ovunque deboli orme, eppure ha l’occasione giusta al 39′ e la calcia tra le braccia di Marchegiani.
(Dal 15′ st Amoroso 6: ha poco tempo per mostrarsi e gioca in una Juve sgonfia).
CONTE 6,5. Tampona e propone per tutto il primo tempo, nel quale di certo è il migliore in campo. Quindi si esaurisce.
DESCHAMPS 6,5. Assieme a Conte determina le lunghe fasi di superiorità del centrocampo juventino. Ma non gli si chieda di creare gioco.
DI LIVIO 5,5. Piuttosto confuso e non certo perché lo sballottano a destra e a sinistra: forse ha sentito la partita con la Lazio che in estate lo illuse e poi lo tradì. Lo schema con il solo Inzaghi davanti lo carica di responsabilità offensive che non gli competono.
INZAGHI 5. Becca cazziatoni da tutti, perché non si fa trovare al posto giusto. Mister Offside non ci è piaciuto, pero la Juve gli sta chiedendo troppo: in 90′ ha una sola palla gol, dovrebbe fare la punta fissa ma contemporaneamente gli si impone di partecipare alla manovra come quando c’era Del Piero. E’ Superpippo, ma non esageriamo.
(Dal 30′ st Fonseca sv: almeno azzecca due cross).
ZIDANE 5,5. Lo si vede nel primo quarto d”ora, poi sul colpo di testa che fa gridare al gol. Il primo tiro verso la porta lo scaglia al 4° minuto di recupero. Non sa caricarsi la Juve sulle spalle.
MARCHEGIANI 6,5. Prese un po’ viscide, ma una grandissima respinta istintiva sul colpo ravvicinato di Zidane.
PANCARO 6. La cosa migliore della sua partita è un recupero su Inzaghi.
NESTA 7. Alla seconda partita dopo il lungo infortuno è già sicuro: Inzaghi non gli sfugge, semmai gli scivola contro.
NEGRO 5,5. Roba da brividi, il suo inizio. Stranamente fuori fase. Migliora nella ripresa.
FAVALLI 6. Non fa più dell’indispensabile: lo ricordavamo più intraprendente.
CONCEICAO 6. Colpì la Juve in Supercoppa, questa volta azzecca il lancio-gol per Salas. Ci pare tuttavia frenato.
STANKOVIC 6. Ha talento ma non fa giocate illuminanti.
(Dal 48′ st Venturin sv).
ALMEYDA 6. Nel confronto con Conte ci perde, almeno nel primo tempo.
NEDVED 5,5. Pure lui è frenatissimo a sinistra. Poi si infortuna.
(Dal 25′ st Gottardi sv).
MANCINI 5,5. Poche giocate divine, lunghe assenze e una palla gol alle stelle: certamente non lo aiuta il gioco pallettaro del centrocampo laziale, con quei lanci imprecisi.
(Dal 23′ st De La Pena sv: più di venti minuti di tocchi banali. Forse Cragnotti l’ha pagato 33 miliardi per avere un pelato in più: non gli bastava la Cirio).
SALAS 7. Dalla sua inutile partita (non vince i duelli aerei, la sua specialità) si sprigiona il lampo decisivo: una rete di straordinaria qualità per controllo di palla. Un vero goleador.Marco Ansaldo
tratto da: La Stampa 7 Dicembre 1998