É il 6 Giugno 1993 e Juventus e Lazio si sfidano nella Diciassettesima (ed ultima) Giornata del Girone di Ritorno del Campionato di Calcio di Serie A 1992-93. Il tutto si svolge allo Stadio ‘Delle Alpi’ di Torino.
La Juventus cerca di fermare l’egemonia del Milan che da un paio d’anni o piú ammazza il campionatao senza scampo.Sará un impresa quasi impossibile in campionato, ma tant’é che con questo Roberto Baggio (capitano e uomo simbolo della squadra in Italia e nel mondo) tutto é possibile! Dall’altra parte c’é una Lazio che festeggia una meritata qualificazione in Coppa UEFA ed il trono di capocannoniere di Giuseppe Signori.
Buona Visione!
Stagione 1992-1993 – Campionato di Serie A – 17 ritorno
Torino – Stadio Delle Alpi
domenica 6 giugno 1993 ore 16.30
JUVENTUS-LAZIO 4-1
MARCATORI: Fuser 2, Baggio R. rigore 10, Vialli 15, Baggio R. rigore 31, Di Canio 73
JUVENTUS: Peruzzi, Torricelli, De Marchi M., Marocchi, Kohler, Carrera M., Conte A., Platt (Di Canio 46), Vialli, Baggio R., Ravanelli (Giacobbo 60)
Allenatore: Giovanni Trapattoni
LAZIO: Orsi, Bergodi, Favalli (Corino 81), Bacci, Luzardi, Cravero, Fuser, Marcolin, Riedle, Gascoigne (Stroppa 56), Signori
Allenatore: Dino Zoff
ARBITRO: Sguizzato
«Mi sono sacrificato e ci ho rimesso: pochi gol e addio Nazionale Se la squadra andava male, tutti davano sempre la colpa a me» TORINO. Silenzio, parla Vialli. Finisce il campionato e finisce anche il black out del Gianluca. Più che un’amabile chiacchiera di fine stagione, quello di Vialli è uno sfogo in piena regola, una liberazione nella speranza che il prossimo anno non debbano ripetersi i problemi che hanno contraddistinto la sua annata più balorda. ‘ Il suo j’accuse assomiglia tanto a quello del dopo Argentina all’ultimo Mondiale. Allora disse: «Avevano un puledro e l’hanno utilizzato come un mulo». Questa volta non usa paragoni equini, ma manda messaggi precisi, avvertimenti sulla linea dell’utente desiderato. Attacca dall’ultimo sfogo, quello della Domenica Sportiva: «Mi spiace che i tifosi, con i quali ho sempre avuto un rapporto splendido, mi abbiano frainteso o forse mi sono spiegato male. Ho detto che non ero contento di come mi avevano utilizzato nella Juventus e che per il tipo di gioco preferivo quella della Sampdoria, non che volevo ritornare alla Samp. Potevo dire Real Madrid e Barcellona e non cambiava nulla. A Genova mi sono trovato bene, ma fa parte del mio passato». E’ un fiume in piena. Prosegue: «Quest’anno avrei potuto fare di più, ma mi sono sacrificato molto per non rovinare certi equilibri. Così ho pagato due volte: non ho più trovato il gol e ho perso la Nazionale. Resta la Coppa Uefa, ma io penso al futuro e spero che le cose cambino per me, perché mi devo realizzare professionalmente. Non si tratta di correre o non correre, non ci sono in ballo gelosie. Sono uno che in carriera ha segnato 200 gol giocando in un certo modo». Ma perché ha deciso di vuotare il sacco soltanto adesso? Vialli ha risposte pronte per ogni esigenza: «Potevo parlare sei mesi fa, ma avrei creato inutili polemiche. La verità è che non sono contento, non sono realizzato, non sono felice. Soltanto negli ultimi due mesi si è rivisto il Vialli più vero, anche perché ad un certo punto mi sono chiesto chi me lo faceva fare di continuare così. Infatti la situazione è cambiata e sono arrivate anche vittorie davvero importanti». Il grosso rammarico resta sempre la maglia azzurra. Insiste Vialli: «Mi spiace per la Nazionale, ma soprattutto mi secca che se dovessi continuare a giocare così, non indosserei mai più quella maglia. La speranza è che le cose siano cambiate davvero e che in futuro non si ripetano certi problemi». Ma il momento più difficile quando è stato? Il Gianluca non deve fare sforzi di memoria: «Quando la squadra andava male e le colpe erano quasi tutte mie. Le vittorie erano di tutti, le sconfitte dei soliti due o tre. Ma qualcuno si è divertito a scaricare tutto su di me. E queste sono cose che non andavano fatte».
tratto da: E Gianluca si sfoga