É il 6 Novembre 1983 e Juventus e Verona si sfidano nell’ ottava Giornata del Girone di Andata del Campionato di Calcio di Serie A 1983-84 allo Stadio ‘Comunale‘ di Torino.
É una Juventus piena di stelle di calibro mondiale quello che sfida una Samp in piena forma. Sará una stagione trionfale questa per i nostri beniamini in strisce bianconere. Se in Campionato arriverá l’ennessimo Scudetto (é il 21esimo), in Europa si festeggia la prima (ed unica) affermazione in Coppa delle Coppe. Dall’altre parte i gialloblu veneti finiranno sesti – per un soffio fuori dalle Coppe Europee.
Buona Visione!
Stagione 1983-1984 – Campionato di Serie A – 8 andata
Torino – Stadio Comunale
domenica 6 novembre 1983 ore 14:30
JUVENTUS-VERONA 3-1
MARCATORI: Boniek 8, Rossi P. 32, Iorio rigore 38, Rossi P. 83
Torino – Stadio Comunale
domenica 6 novembre 1983 ore 14:30
JUVENTUS-VERONA 3-1
MARCATORI: Boniek 8, Rossi P. 32, Iorio rigore 38, Rossi P. 83
JUVENTUS: Tacconi, Gentile, Cabrini, Bonini, Brio, Scirea, Penzo (Vignola 75), Tardelli, Rossi P., Platini (Caricola 84), Boniek
A disposizione: Bodini, Furino, Prandelli
Allenatore: Giovanni Trapattoni
VERONA: Garella, Ferroni, Marangon L., Volpati, Fontolan (Galderisi 78), Tricella, Fanna, Di Gennaro, Iorio, Guidetti (Bruni 70), Storgato
A disposizione: Spuri, Sacchetti, Jordan
Allenatore: Osvaldo Bagnoli
ARBITRO: Redini
Gioia bianconera e grande ottimismo di Boniek«SE CONTINUIAMO COSI’ NON CI SERVIRANNO I FAVORI DEGLI ALTRI»Il terzo gol (palla da Boniek a Cabrini, cross e colpo di testa vincente di Rossi) è parso, e non solo al tifosi juventini, come il suggello più giusto al successo sul Verona: I tre stavano fornendo un’ottima prestazione, rientrava dunque nella logica che fossero loro il tramite della rete-sicurezza, quella che definitivamente affossava le residue speranze del veneti di agguantare in extremis il pareggio.“Abbiamo giocato tutti per vincere — sorride Boniek — e ci siamo riusciti, il discorso riguarda la squadra e non i singoli. Guardiamo l’Udinese: ha Zico, campione grandissimo, ma questo non le basta per essere in testa alla classifica. E’ la riprova che un uomo non è sufficiente. Cosi come rientra nella logica che una domenica l’uno, una domenica l’altro, diventino determinanti per il risultato».Dello stesso parere è Cabrini:«Non è questione di singoli e di migliori: si deve parlare sempre della squadra che ieri ha voluto la vittoria fin dall’inizio ed alla fine l’ha ottenuta In maniera abbastanza netta».L’interrogativo del giorno, tuttavia, sembra essere un altro: il successo sul Verona ha guarito la Juventus, data per malata, dopo i due pareggi in Coppa delle Coppe con il Paris St. Qermain (tuttavia sufficienti a superare il turno) e soprattutto le due sconfitte consecutive in campionato contro il Torino e la Sampdorta?Risponde Boniek:“Una vittoria non può farci dire che siamo già tornati alla normalità, specie alla viglila di due trasferte difficili come Catania e Firenze, che ci attendono dopo la sosta. Certo è che se giocheremo come ieri non abbiamo molto da temere, anzi non abbiamo neppure bisogno dei favori altrui …”Aggiunge Cabrini:“La parola “crisi” non l’ho mai accettata: ci sono momenti più difficili, questo si. Ma ogni domenica fa storia a sé. I conti, d’altronde, non sono da fare ora, ma a fine stagione. Parlare adesso di questo è prematuro: negli ultimi due mesi chi avrà più birra vincerà».Conclude Rossi:«Ci siamo ritrovati dimostrando di essere squadra che sa lottare ed è importante che questa nostra prestazione sia coincisa con la caduta della Roma. Zico ci ha fatto davvero un bel favore, al punto che non mi dispiace certo che in testa alla classifica dei goleador ci sia rimasto lui da solo nonostante la mia doppietta. Essere capocannoniere è una cosa che può anche darmi soddisfazione ma passa in second’ordlne davanti all’importanza dei risultati che può ottenere la Juventus».Bianconeri su di giri, dunque, nonostante la partita di ieri abbia messo k.o. Platini, vittima di uno stiramento al bicipite femorale sinistro, il francese dovrà osservare otto giorni di riposo assoluto, poi il dottor La Neve deciderà se è in grado di riprendere o meno la preparazione. Insomma, dopo la sosta, la Juventus potrebbe anche essere costretta a presentarsi a Catania senza Michel.Giorgio Barberistratto da: La Stampa 7 Novembre 1983