6 Ottobre 2002: Juventus – Como

É il 6 Ottobre 2002 e Juventus e Como si sfidano nella quinta giornata del girone di andata del Campionato di Calcio di Serie A 2002-03 allo ‘Stadio delle Alpi‘ di Torino.

É una Juventus lanciatissima quella che inizia il campionato con qualche balbettio. Tra qualche mese peró sará incoronata Campione d’Italia per la 27a volta, ma é un altro il chiodo fisso della societá e tifoseria. La Champions League purtroppo sfugge ai rigori nella finale fratricida contro il Milan, in un’altra serata da dimenticare sul fronte europeo. Dall’altre parte c’é un Como che non rende mai l’idea di poter scappare dal incubo retrocessione! Infatti a fine stagione ci sará l’amara sentenza.

Buona Visione!


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Stagione 2002-2003 – Campionato di Serie A – 5 andata
Torino – Stadio Delle Alpi
Ddomenica 6 ottobre 2002 ore 15.00
JUVENTUS-COMO 1-1
MARCATORI
: Pecchia 65, Zalayeta 88

JUVENTUS: Buffon, Thuram, Iuliano, Montero, Moretti (Zambrotta 65), Camoranesi, Davids, Baiocco (Zenoni 46), Del Piero, Salas (Zalayeta 57), Trezeguet
Allenatore: Marcello Lippi

COMO: Brunner, Tomas, Padalino, Brevi, Stellini, Binotto, Cauet, Allegretti, Pecchia, Rossi (Music 62), Godeas (Bjelanovic 84)
Allenatore: Loris Dominissini


ARBITRO: Bertini



AL DELLE ALPI IL COMO IN VANTAGGIO E’ RAGGIUNTO SOLO NEL FINALE 
Juve in giornata no salvata da Zalayeta 
L’uruguaiano pareggia di testa a due minuti dal termine di un incontro giocato senza grinta e lucidità dai bianconeri in formazione rimaneggiata 
Gol di Pecchia per gli ospiti, traversa di Salas in avvio, Moretti infortunato  
TORINO La Juventus risponde con un pareggio e una prestazione allarmante ai quattro gol di Roma e Inter e al «cappotto» del Milan al Torino. Secondo pareggio consecutivo in casa, seconda sconfitta evitata proprio nel finale. Problemi? Secondo Marcello Lippi non c’è motivo di preoccuparsi, una giornata storta rientra nelle logica soprattutto se si tiene conto dei problemi di formazione causati da squalifiche, infortuni e da giocatori mandati in campo in condizioni ancora precarie. Ma intanto il distacco dall’Inter, che gioca male ma vince sempre, sale già a quattro lunghezze e alla ripresa del campionato sabato 19 ottobre ci sarà proprio lo scontro diretto con i nerazzurri. Avrà sicuramente ragione Lippi che meglio di tutti ha il polso della situazione, tuttavia questi alti è bassi fra Coppa e campionato non possono passare inosservati. 
Il pareggio con il Como non è immeritato se si tiene conto della supremazia territoriale dei bianconeri (65 per cento il possesso palla). Però è stato un dominio sterile, un tocchettio da destra a sinistra che non ha mai prodotto nulla di concreto. I bianconeri hanno toccato il punto più basso dall’inizio di stagione e buon per lippi che ora ci sono due settimane per riordinare le idee e recuperare giocatori importanti.  
Una settimana fa il Parma aveva preso la Juve alla gola sorprendendola con una tattica coraggiosa. Altra storia ieri. Il Como è venuto al Delle Alpi con il chiaro intento di limitare i danni, ma tanto è bastato per frastornare Del Piero e compagni che hanno rischiato la prima sconfitta casalinga a distanza di un anno da quella subita dalla Roma nell’ottobre 2001. Lippi, come previsto, è partito con il tridente. Una scelta che a Empoli aveva avuto scarsi risultati, ma l’assenza di Nedved costretto alla panchina dal mal di schiena, ha spinto l’allenatore bianconero a rivedere i piani tattici.  
I tre davanti avrebbero avuto sulla carta un potenziale enorme, ma all’atto pratico si sono presto inceppati. Una traversa di Salas dopo quattro minuti è quanto resta della cronaca fino al gol di Zalayeta. Fra questi due estremi soltanto le enormi difficoltà a scavalcare il robusto centrocampo del Como puntellato da Cauet e Pecchia e la mollezza di una squadra improvvisamente a corto di idee e tendente al tipico abbiocco post prandiale. Qualche guizzo di Camoranesi dirottato da destra a sinistra senza risultati, in generale la sensazione che ci fosse una fatica immane nel tentare la via della rete. Lo sforzo maggiore era della Juve, perché il Como con i suoi cinque centrocampisti a creare una cerniera impenetrabile non è sembrato mai in affanno, mai costretto a salvataggi miracolosi per evitare il peggio. Dominissini ha lasciato in attacco soltanto Godeas, che ha cercato sfondamenti centrali e laterali ogni volta che la Juve allentava la presa.  
Al 39′ il Bisonte comasco è andato vicinissimo al gol e Buffon ha dovuto sfoderare una delle sue uscite da kamikaze per bloccare l’attaccante. Un piccolo allarme, mancavano ancora cinquanta minuti più recupero e pur tra mille difficoltà il progetto vincente dei lippiani poteva ancora concretizzarsi. Questo se la Juve nel secondo tempo non avesse fatto anche pegjgio. Dentro Zenoni fuori Baiocco, il resto della partita è trascorso nell’attesa che una mano amica desse la spinta decisiva. Lippi avrebbe voluto risparmiare l’esausto Trezeguet, ma l’ingresso di Zalayeta per Salas e l’infortunio di Moretti sostituito dal debuttante Zambrotta, lo costringevano a chiedere al francese uno sforzo ulteriore. Un minuto dopo il terzo cambio (21′) il Como passava in vantaggio. Contropiede orchestrato da Godeas che da destra metteva la palla in area: un rimpallo fortunoso su Binotto recapitava la palla a Pecchia che calciava a botta sicura. Nulla da fare per Buffon, fra l’altro ostacolato da Binotto in netta posizione di fuorigioco.  
Una Caporetto. Il segnale della riscossa lo dava l’ingresso di Moggi a bordo campo, un gesto scaramantico che ha spesso avuto risvolti positivi. La Juve, già poco lucida prima dello svantaggio, ora btancolava nel buio più totale. Inutile appellarsi alle assenze di Tudor e Tacchinardi, la squadra era ormai sgonfia e incapace di orchestrare una reazione. Del Piero sonnecchiava, Zalayeta sbagliava un’occasione con un tiracelo da posizione favorevole. Tifosi spazientiti e rassegnati, poi un lampo improvviso a riequilibrare le sorti della sfida. A due minuti dalla fine la sgroppata di Zenoni sulla sinistra, il suo cross una volta tanto calibrato al punto giusto, il perfetto stacco di testa di Zalayeta. Una liberazione, in fondo un pareggio non rubato. Ma la resta la sensazione di una Juve povera di qualità che dovrà ritornare in fretta a pieno organico per riprendere la corsa-scudetto.  
Fabio Vergnano 



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Foto tratta dalla pagina Facebook ‘Il museo del Como

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