6 Settembre 1981: Juventus – Torino

É il 6 Settembre 1981 Juventus e Torino si sfidano nella quinta giornata del girone eliminatorio della Coppa Italia 1981-82 allo Stadio ‘Comunale’ di Torino.

A fine campionato la Juventus conqusiterá la sua Seconda Stella da appuntare sul petto. Dopo un lunghissimo testa a testa con la Fiorentina allenata da Giancarlo De Sisti, la spunta all’ultima giornata grazie ad una vittoria esterna a Catanzaro con un rigore del partente Liam Brady. Dall’altra parte c’é il Torino allenato da Massimo Giacomini che elimina proprio con questa vittoria i bianconeri dalla coppa nazionale.

Buona Visione! 


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Stagione 1981-1982 – Coppa Italia – Eliminatorie, 4ª giornata
Torino – Stadio Comunale
Domenica 6 settembre 1981 ore 20.30
JUVENTUS-TORINO 0-1
MARCATORI: Dossena 61

JUVENTUS: Zoff, Gentile, Cabrini, Furino, Brio, Scirea, Marocchino, Tardelli, Bettega, Brady (Bonini 81), Virdis (Fanna 81)
Allenatore: Giovanni Trapattoni

TORINO: Terraneo, Cuttone, Danova, Van de Korput, Zaccarelli, Beruatto, Bertoneri, Salvadori (Francini 88), Mariani (Sclosa 46), Dossena, Pulici
Allenatore: Massimo Giacomini

ARBITRO: Bergamo



TORINO — Il fascino del derby ha riportato i tifosi al Comunale: 40 mila spettatori, ieri sera, per la sfida torinese di Coppa Italia, incasso a metá fra i due clubs, tifosi scatenati già prima del via con i soliti cori, le luci, i razzi e i fumogeni, con l’aggiunta di un nuovo striscione di dubbio gusto sulla curva Filadelfia. «Lotta armata antigranata». Pazzie estive del tifo, naturalmente, perché all’ingresso in campo delle due squadre l’applauso delle due tifoserie è stato convinto e cordiale. Trapattoni ha presentato la nuova Juventus con Virdis, Giacomini ha ritoccato nuovamente la formazione, inserendo Bertoneri all’ala destra e lasciando Sclosa in panchina. Un po’ arrischiata è apparsa subito la marcatura di Cuttone, il quale soffre da tempo di dolori inguinali, su Marocchino, l’uomo che ha, trascinato in avanti con maggior vigore i bianconeri e «bucato» con maggior facilità la retroguardia granata. 

In alcune occasioni, presa di petto subito da un avversario superiore in fatto di intesa, la difesa del Torino ha sofferto. I granata hanno affrontato i bianconeri come si è detto, con Cuttone contro Marocchino, quindi Van de Korput nella zona di Bettega, Danova incollato a Virdis, mentre a centrocampo, dove peraltro la zona spesso prevaleva sui controlli diretti, si delineavano le coppie Dossena-Furino, Salvadori-Brady, Beruatto-Tardeilli. Da parte bianconera Gentile contro Mariani, Cabrini a intimorire subito Bertoneri, costringendolo a un lavoro di tamponamento, e Brio a controllare Pulicl con sufficiente autorità grazie alla potenza atletica, anche se a gioco lungo doveva patire la vivacità dell’avversario. 

Partiva in attacco il Torino sul segnale d’avvio dell’arbitro Bergamo, ma subito Cabrini, anticipando Bertoneri, proponeva l’offensiva juventina e Danova era costretto a un vigoroso tackle su Virdis. La partita era subito decisa, anche se mai cattiva, la difesa granata veniva chiamata a interventi piuttosto rudi. Subito un brivido per un intervento sin troppo sicuro di Zaccarelll su Bettega, il Torino cercava di supplire con il movimento, ma era spesso schiacciato dalla manovra avvolgente degli avversari. Terraneo compiva il primo, intervento al 5′ su una punizione pennellata da Brady, con un tuffo sulla sinistra, bloccava il pallone. Si metteva in evidenza Marocchino, che all’11’ sfondava con una puntata a semicerchio da destra a sinistra; Terraneo, in uscita, bloccava la palla fra corpo e terreno, rimediando a una situazione delicatissima. 

Continuava la pressione bianconera, al Torino restava il contropiede; al quarto d’ora Virdis approfittava di un rimpallo e batteva con forza, Terraneo rispondeva con una parata in due tempi. Reagivano in risposta i granata, Pulici arrivava in ritardo, di poco, su un bel tocco in profondità di Mariani. La squadra, di Trapattoni, aveva uno spunto orgoglioso. Dossena al 19′: partiva in dribbling, saltando quattro avversari, poi Salvadori lo chiamava ad affannosi recuperi – Una «traversa» di Bettega – 

In effetti, con Sclosa al posto di Mariani, ha preso in pugno il match pugno il match alla prosecuzione dell’azione, senza rendersi conto dello sforzo già compiuto dal compagno e la manovra sfumava. Rispondeva Virdis, la sua botta era di poco a lato a sinistra di Terraneo. La difesa granata passava altri momenti di vero pericolo. Al 21′, su punizione da sinistra di Brady (fallo di Cuttone su Marocchino), Bettega di testa mandava la palla con violenza contro la traversa; la sfera picchiava sul terreno, s’impennava e Virdis ancora di testa non poteva che depositarla fra le braccia di Terraneo. Un’altra deviazione di testa di Scirea alta di poco su centro da destra di Marocchino, un cross del «libero» bianconero sul quale Virdis e Gentile finivano per ostacolarsi quindi al 31′ l’arbitro non si avvedeva di un fuorigioco di Cabrini e faceva proseguire l’azione, e il terzino tutto solo davanti a Terraneo, credendosi in posizione irregolare tentava un pallonetto senza convinzione e metteva a lato, graziando Terraneo. 

La replica dei granata era debole, un centro basso da sinistra di Bertoneri era facile preda di Zoff. Ben più pericoloso al 38′ un tiro di poco a lato del solito Marocchino; quindi al 40′ la prima palla-gol per il Torino al termine di una finalmente valida azione. Usciva Zaccarelll con autorità dalla difesa, toccava per Dossena il quale falliva il primo lancio, ma recuperava la palla, apriva per Pulici ed allungava poi di testa il cross dalla destra verso Mariani solo. Botta al volo, bella, pallone appena alto sulla traversa di Zoff. 

La Juve replicava con decisione, riprendendo a comandare il gioco e chiudendo in attacco il primo tempo. Giacomini registrava la sua squadra nell’intervallo, ripresentandola con Sclosa al posto di Mariani. Il biondino poteva cosi farsi valere sulla fascia sinistra con buona autorità portando degli affondo e lo stesso faceva Bertoneri sulla destra. La partita diventava più equilibrata, il vigore atletico del Torino si faceva sentire (impostata sul lavoro duro, la preparazione del granata da i suoi frutti col procedere delle partite). II Torino riusciva a essere più insistente all’attacco. Al 5′ partiva Sclosa e Gentile lo fermava con una rovesciata alta che ne sfiorava il volto. L’arbitro decretava una punizione «a due» in area, la botta di Pulici su tocco di Dossena finiva contro la barriera e quindi in angolo. 

La reazione della Juve era immediata. Veniva ammonito Van de Korput all’11’ per proteste su un calcio d’angolo che riteneva ingiusto. Al 17′ i granata passavano in vantaggio. Una loro lunga azione in linea era respinta di testa da Gentile. La palla usciva dall’area con parabola alta, Dossena l’aspettava al rimbalzo e faceva partire una staffilata trasversale che si infilava sotto là traversa nell’angolo alto alla destra di Zoff, proteso vanamente in tuffo. 

La partita si accendeva, Van de Korput fermava con un duro tackle Bettega al limite dell’area, la punizione di Brady, una sassata, passava alta sulla traversa di Terraneo. La Juve premeva ed al 25′ era colta scoperta in contropiede da una intelligente puntata di Dossena affiancato da Pulici e da Bertoneri. Cóntro i tre granata soltanto Furino. Dossena smarcava benissimo Bertoneri che con un rasoterra da destra infilava Zoff, ma l’arbitro con un clamoroso abbaglio rilevava il fuorigioco dell’attaccante granata partito invece nettamente dopo il lancio del compagno. Protestava il Torino, e Pulici veniva ammonito. Con Dossena padrone a centrocampo ed ancora in condizione, malgrado la fatica, di uscire nel tackles con finezze di classe, il Torino restituiva alla Juventus la «bambola» subita nel primo tempo. 

Ancora un’occasione per i granata, con Pulici e lo stesso Dossena; qualche assalto affannoso della Juventus ma senza esito. Trapattoni sostituiva Brady con Bonini e Marocchino con Fanna per dare maggior snellezza alla manovra, ma il tentativo non aveva esito e il Torino che tanto aveva sofferto nel primo tempo imponeva alla distanza un gioco ritrovato come d’incanto e la sua superiorità atletica.

tratto da: La Stampa 7 Settembre 1981

 

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