É il 7 Gennaio 1996 e Atalanta e Juventus e si sfidano nella sedicesima giornata del Girone di Andata del Campionato Italiano di Calcio di Serie A 1995-96 allo Stadio ‘Atleti Azzurri d’Italia‘ di Bergamo.
La Juventus guidata in panchina dal ‘maestro’ Marcello Lippi, dopo aver rivinto lo Scudetto dopo ben otto anni adesso pensano in grande. Pensano alla Champions League (che conquisteranno a Roma). Ed infatti i bianconeri non giocano come sanno in campionato e si fanno ‘rubare’ il titolo dal Milan. Alla fine sara’ secondo posto. Dall’altre parte l’ Atalanta che disputa un campionato mediocre ma evita una retrocessione che sarebbe stata clamorosa.
Buona Visione!
Stagione 1995-1996 – Campionato di Serie A – 16 andata
Bergamo – Stadio Atleti Azzurri d’Italia
Domenica 7 gennaio 1996 ore 14.30
ATALANTA-JUVENTUS 0-1
MARCATORI: Ravanelli rigore 59
ATALANTA: Ferron, Montero, Valentini, Luppi (Vieri C. 60), Herrera, Rotella, Fortunato D., Gallo, Bonacina, Morfeo, Tovalieri –
Allenatore: Emiliano Mondonico
JUVENTUS: Peruzzi, Torricelli, Ferrara C. (Carrera M. 83), Vierchowod, Pessotto, Conte A., Paulo Sousa (Di Livio 76), Deschamps, Del Piero (Jugovic 73), Vialli, Ravanelli –
Allenatore: Marcello Lippi
ARBITRO: Bolognino
ESPULSIONI: Tovalieri 79 (Atalanta)
Lippi: non dobbiamo più fermarciBettega preso a ombrellate in tribunaAnno nuovo, follie vecchie. Ieri l’intervento della polizia ha evitato guai a Bettega e Moggi in tribuna. Dopo l’episodio del presunto rigore su Morfeo, si è scatenato il putiferio. Insulti al vicepresidente costretto ad andarsene: un signore (?) si è alzato e gli ha assestato un’ombrellata sulle spalle, altri gli hanno lanciato palle di carta e un paio di bottigliette di plastica. Stesso trattamento per Moggi, che però è riuscito a schivare i colpi di ombrello. Clima molto teso pure sugli spalti: Peruzzi è stato sfiorato da un petardo. Sono le conseguenze di una settimana con nervi a fior di pelle. La polemica Lippi-Mondonico ha lasciato il segno.Ieri Lippi ha detto:«Se ci sarà occasione ne parlerò con lui, altrimenti pazienza».
E Mondonico:«Non ho nulla da dire. Meglio chiudere, altrimenti rischiamo di far ridere».
Il presidente atalantino Ruggeri era furibondo con l’arbitro:«Ecco il risultato di una settimana in cui sono state create polemiche ad arte per danneggiarci. Era tutto deciso, volevano farci pagare quello che è successo in Coppa. L’arbitro ha diretto a senso unico, la Juve non ha bisogno di certi aiuti».
Serafico il presidente Chiusano:«I rapporti fra le società restano ottimi, non ho visto l’aggressione nei confronti di Bettega».
Ed eccoci alla squadra. Gli intoccabili restano tali. Qualcuno ha pagato, ma nessuno dei magnifici 5. Lippi è stato bravo a tenere tutti sulla corda. Non ha sostituito Ravanelli o Sousa e ha riproposto il tridente. Così, più di Ravanelli il trionfatore è lui. Attacca:«Non ho dato la formazione ai giocatori fino a poche ore dalla partita. Volevo che tutti fossero sulle spine, era il momento di ritrovare la voglia di grandi risultati. Non esiste una squadra tipo, tutti devono essere pronti e rispettare le mie scelte. Il tridente? Ho riproposto la Juve piú vera, negli allenamenti ho rivisto una grinta che non vedevo da tempo. Ciò comportava scelte a centrocampo por avere un settore più compatto».
Dopo il gol, Ravanelli è corso ad abbracciare Lippi. Gesto inatteso anche per il tecnico:«Forse pensava di non giocare, invece gli ho dato fiducia anche per non fare di lui il capro espiatorio. Ravanelli ha apprezzato e mi ha ripagato con una prova intensa. I problemi li risolve il gruppo, non un giocatore».
Lippi assolve Del Piero:«Non giocava da un mese e il terreno non l’ha agevolato. Nessuno faccia drammi per una sostituzione. Ho il dovere di cambiare se in panchina ho gente di valore».
Nella domenica del buonismo, Lippi non fa il trionfatore:«Torno a casa con le mie idee. I giocatori le conoscono benissimo. Non basta una vittoria per capire se la squadra ha recepito le cose che ci siamo detti. Ci sono dettagli che non funzionano ancora. Abbiamo tenuto in pugno la partita per 80′, nel finale abbiamo rischiato per la voglia di vincere. Erano importanti i 3 punti dopo il ko con la Roma».
Assolve l’arbitro Bolognino:«Il campo pesante ha messo tutti in difficoltà. Per le squadre era un problema stare in piedi, per l’arbitro arduo giudicare. La tv ha dimostrato che il rigore era netto, c’era il fallo di mani di Montero».
Lippi ancora sui problemi di casa:«Di recente abbiamo parlato troppo degli altri perché non andavamo bene noi. Per tentare di raggiungere il Milan bisogna ottenere una serie di vittorie e non è detto che basti».
La paura che si tratti di un altro fuoco di paglia c’è. Anche Vialli frena:«Vittoria meritata, ma non ci inganni. Ci sono stati errori da non ripetere. Stavolta è andata bene. La strada per lo scudetto non passa da un successo, ce ne vogliono tanti. Ho sempre detto che noi dobbiamo lavorare e Lippi scegliere. Bravo Ravanelli. Ha calciato il rigore in un momento in cui tante voci minacciavano la sua sicurezza. Da oggi per lui torneranno i momenti belli».
Fabio Vergnanotratto da: La Stampa 8 gennaio 1996