É il 7 Marzo 1999 e Sampdoria e Juventus si sfidano nella Settima Giornata del Girone di Ritorno del Campionato Italiano di Calcio di Serie A 1998-99 allo Stadio ‘Luigi Ferraris – Marassi‘ di Genova.
In casa bianconera é appena avvenuta una clamorosa ‘rivoluzione’. Il grande Marcello Lippi ha rassegnato le dimissioni da allenatore ed al suo posto é arrivato il giovane e rivoluzionario Carlo Ancelotti. Dopo l’iniziale scettiscimo dei tifosi la squadra sembra aver intrapreso la giusta via. Peró alla fine sará solo un deludentissimo settimo posto che varrá solo l’accesso per l’europa verso la Coppa Intertoto. Dall’altra parte c’é la Samp che non riesce ad evitare una dolorosa (ed inaspettata) retrocessione in Serie B.
Buona Visione!
Campionato di Serie A 1998-1999 – 7 ritorno
Genova – Stadio Luigi Ferraris
Domenica 7 Marzo 1999
SAMPDORIA-JUVENTUS 1-2
MARCATORI: Ortega 64, Amoruso 74, Inzaghi 90
SAMPDORIA: Ferron, Hugo, Grandoni, Lassissi, Balleri, Doriva, Pecchia, Laigle, Ortega, Montella (Sgro’ 81), Palmieri
Allenatore: Luciano Spalletti
JUVENTUS: Rampulla, Mirkovic (Birindelli 81), Iuliano, Montero, Di Livio, Conte A., Deschamps, Davids, Henry (Amoruso 71), Inzaghi, Esnaider (Fonseca 84)
Allenatore: Carlo Ancelotti
ARBITRO: Farina
La Juve di Ancelotti continua la scalata
Un altro successo del nuovo corso bianconero: agguantato il 6° posto, sorpassando Inter e Roma
Colpita da Ortega, rimonta con Amoruso e InzaghiResiste il mito di Ancelotti. La Juve é passata per 2-1 a Genova quando nessuno se l’aspettava più. Anzi la rete di Ortega a 19′ dalla fine sembrava anticipare che il ciclo positivo fosse già concluso, sfracellato tra le mura di Marassi da una Samp combattiva e godibile. Invece il Carletto o ha un grande fiuto nell’azzeccare i momenti oppure possiede quello che, al Mondiale americano, si definì il «culo di Sacchi». In svantaggio, ha sostituito Henry con Amoruso e questi, un gol bellissimo e un assist al 45′ per Inzaghi, e li ha girato la partita. Era da tempo immemorabile che non vedevamo la Juve rimontare a questo modo, il carattere dei lippanti é riaffiorato. Ora bisognerà capire certe stranezze. Ad esempio l’ostracismo ad Amoruso, che segna spesso, quando Esnaider non becca la porta neppur con le mani,
(cosa c’è sotto? I Carlett’s Angels sono più tosti che un mese fa pero, quanto a gioco, sono spesso prevedibili come le barzellette di «La sai l’ultima?).
Nel primo tempo e parso che conoscessero un solo schema d’attacco, cioè il rilancio a scavalcare il centrocampo, che funziona se in mezzo alla difesa avversaria ci sono due sbandati, come nell’Olympiakos, ma contro la Samp la povera anima di Inzaghi ha zompato per 45′ per acchiappare palloni che Grandoni e Lassissi respingevano più agevolmente di quanto non fosse possibile, a lui, giocare. Esnaider, al suo fianco, ci metteva il carattere, che possiede in abbondanza. Soprattutto nell’avvio di ripresa l’ispano-argentino pareva una furia. Ferron gli ha cavato un paio di tiracci tuttavia, quando al 42′ Esnaider si e liberato al tiro vincendo due tackle, abbiamo pensato che si avverasse il prodigio. Invoce ha centrato con la palla Ferron, e la scarpa, che nell’impatto glì era volata via, e finita a fil di palo, sdegnando la rete perche non si dicesse che del attaccante, comprato per risolvere il problema del gol, vanno in porta solo le scarpe. E’ stata, quella, l’occasione più clamorosa per i bianconeri. In precedenza solo una punizione di Esnaider (34′, gran volo di Ferron e una deviazione rapinosa con la nuca di Inzaghi, sul cross di Mirkovic, avevano avvicinato la Juve al vantaggio. Episodi. Meglio la Samp. per gioco e aggressività. Spalletti ha affrontalo il match con tre difensori e tre punte, perche Ortega ha giocato in linea con Montella, spentine, e con Palmieri, pericoloso nel pruno tempo, un cliente diffìcile per Di Livio. I blucerchiati sperano di levarsi dal fondo classifica e i risultati delle rivali dirette, tutte sconfitte, li avevano caricati come sveglie.
Al 5′ giá tremava Rampulla sulla combinazione avviata da Palmieri, rifinita di testa dal gigantesco Lassissi per Montella: semirovesciata alta. Al 18′ una punizione di Doriva, un buon rinforzo a centrocampo, sfiorava il palo con Rampulla immobile, al 22′ il vice-Peruzzi arrivava a deviare il tocco di testa di Montella. E quando, al 27′ la Juve finiva in ginocchio, l’arbitro Farina annullava per fuorigioco il gol di Laigle. Tra il francese e la porta stava in effetti un solo juventino dopo che Rampulla aveva respinto due conclusioni ravvicinate di Montella. C’era abbastanza per vincere ai punti, che nel calcio é magra consolazione.
Tanto più che nella ripresa la prevalenza sampdoriana si stemperava. Il match restava ruvido, con troppe licenze concesse da Farina e certo non a favore della Samp. Se nel primo tempo s’erano viste confusione e azioni spezzettate come al tavolo dello shangai, l’incipit juventino era più lineare. Esnaider, al 2′ e al 5′, portava scompiglio nella difesa, si vedeva meno Henry dopo il buon primo tempo giocato da centrocampista esterno con intuizioni interessanti. A dispetto del miglioramento juventino, la Samp trovava il gol: al 26 la punizione di Ortega era perfetta, da 25 metri infilava l’angolo alto e non pensiamo che Rampulla, rampognato da Deschamps, potesse arrivarci.
La Juve non si deprimeva. Ancelotti cambiava Henry con Amoruso, e come capitava a Lippi nei momenti migliori, il cambio produceva subito l’effetto. Al 30′ Deschamps pescava lontano il pugliese, lo stop di petto e il tiro sotto la traversa erano uno spettacolo. La Samp si faceva sotto con Laigle, la Juve azzeccava l’ultima battuta con la fuga di Amoruso e il cross perfetto per il gol di Inzaghi, libero e spietato. Era il 45′.
Marco Ansaldo
tratto da: La Stampa 8 marzo 1999