É il 7 Settembre 1980 e Juventus e Genoa si sfidano nella Ultima Giornata del Girone Eliminatorio (Gruppo A) della Coppa Italia 1980-81 allo Stadio ‘Comunale’ di Torino.
I bianconeri sono affamati di vittoria dopo che l’ Inter l’anno prima gli aveva beffato sul traguardo tricolore. Infatti al termine del campionato la Juve conquista lo Scudetto 1980-81. Per quel che riguarda questa edizione della Coppa Italia i bianconeri riusciranno ad avanzare fino alla semifinale per poi essere eliminati dai futuri vincenti della Roma.
Buona Visione!
Stagione 1980-1981 – Coppa Italia
Eliminatorie, 4ª giornata
Torino – Stadio Comunale
Domenica 7 settembre 1980 ore 21.00
JUVENTUS-GENOA 3-1
MARCATORI: Cabrini rigore 52, Fanna 64, Russo 65, Prandelli 82
JUVENTUS: Zoff, Osti, Cabrini, Verza (Prandelli 69), Gentile, Scirea, Causio, Tardelli, Bettega, Brady, Fanna
Allenatore: Giovanni Trapattoni
GENOA: Martina, Gorin, Di Chiara, Caneo, Onofri, Nela (Cavagnetto 60), Boito, Corti, Manfrin, Odorizzi, Russo
Allenatore: Luigi Simoni
ARBITRO: Terpin
Dal piede di Brady i palloni che decidono la gara
TORINO — Ultimo impegno di questa prima fase di Coppa Italia per la Juventus che ospita l’ambizioso Genoa. L’accesso al turno seguente è praticamente scontato per i bianconeri; la logica induce a questo pronostico poiché la squadra di Trapattoni, per essere eliminata, dovrebbe perdere con uno scarto di due reti. La differenza gol, infatti, parla decisamente a suo favore.
La Juventus ha fino a questa sera ottenuto in Coppa Italia due successi (Taranto e Brescia) ed un pareggio (Udine); il Genoa invece ha messo insieme tre pareggi consecutivi. La Juventus, reduce dalla brillante esibizione di Parigi contro la Nazionale francese, conferma Osti nel ruolo di terzino al posto dell’indisponibile Cuccureddu; lascia fuori Furino infastidito da una lieve forma influenzale e rilancia Verza che contro il Panathinaikos, nel primo appuntamento di Coppa Uefa, dovrebbe sostituire lo squalificato Tardelli. In campo anche Brady, che si è ristabilito da una gastralgia piuttosto debilitante. Liam, inoltre, giocherà mercoledì prossimo nelle file dell’Irlanda contro gli olandesi, in un match di qualificazione ai campionati mondiali del 1982. Sulla panchina bianconera siede Romolo Bizzotto, poiché Trapattoni si è recato a Jannina per visionare il Panathinaikos.
Il Genoa recupera nella circostanza Gorin e Odorizzi, per darsi una fisionomia più combattiva. Quando l’arbitro Terpin fischia l’inizio, sugli spalti ci sono circa quindicimila spettatori. Si delineano subito le marcature, con Osti su Russo (o Corti), Cabrini su Boito, Gentile su Corti (o Russo), Gorin su Bettega, Di Chiara su Fanna e Nela su Causio; a centrocampo queste le opposizioni: Tardelli-Manfrin, Brady-Caneo e Verza-Odorizzi. Partita subito classica, le marcature sono esasperate: il Genoa, che non ha interessi di classifica da tutelare, non ci sta a perdere e gioca logicamente con una concentrazione massima. E’ difficile per la Juventus imporre il proprio gioco, gli avversari appaiono decisi, attenti. I rossoblu fanno viaggiare bene la palla. Il loro centrocampo è robusto e dotato di fondo con Manfrin, Odorizzi e Corti; la difesa aspra e attenta con Gorin e Di Chiara. In attacco Russo funge da guastatore. Nonostante due azioni pericolose (al 3′ girata alta di Causio su passaggio-tiro di Osti e all’8′ colpo di testa di Bettega in tuffo su traversone di Causio) è la Juventus a correre il rischio più grosso. Al 13′ infatti un lungo lancio diagonale di Manfrin sulla sinistra trova smarcato il solo Russo, il quale fa sponda di testa per Nela, il cui tocco per precedere l’uscita di Zoff è alto.
Il Genoa è uno stantuffo che avanza e retrocede a ritmi costanti; la Juventus non trova spazi, i suoi uomini sono guardati a vista e senza tanti complimenti. Brady soffre visibilmente la marcatura di Canee mentre Causio dà vita con Nela a un acre duello. Improvvisamente Brady si sveglia; irritato dalla soffocante presenza del suo antagonista diretto, vince un contrasto, evita con una finta un secondo avversario, poi costringe Martina a una bella deviazione. Sulla respinta, ancora Brady colpisce di sinistro: palla in rete ma Terpin, giustamente, fischia il fuorigioco di Bettega e Fanna. E’ il 21′, la Juventus cresce. Passano due minuti e ancora Brady in rilievo, con un «assist» per Bettega, il quale viene però anticipato da Di Chiara e Onofri. La Juventus tiene il controllo della partita e ha difficoltà a districarsi dalla fitta rete impostale dal Genoa. Dalla linea dei terzini e da quella intermedia l’azione si . o e o o i a e a sviluppa con una certa fluidità, ma poiché il Genoa è svelto a chiudersi nel proprio guscio e a raddoppiare le marcature, l’azione stessa diventa logicamente singhiozzante. Al 29′ il Genoa viene fuori con azione di alleggerimento: Odorizzi calcia con violenza da lunga distanza, ma la deviazione di Russo, di testa, è ininfluente. Al 37′ Causio tenta un dribbling, il gioco gli riesce a metà, palla che carambola in direzione di Brady, il quale da venticinque metri circa spedisce di poco sopra la traversa. Applausi. I temi non cambiano sostanzialmente, il Genoa, dopo un inizio giocato a tutto campo, va sempre più spostando il proprio baricentro all’indietro. Questo atteggiamento è dovuto alla crescita della Juventus, che prende via via l’iniziativa pur non riuscendo a concretizzarla.
In difesa nessun problema, ma va denunciata la disattenzione in occasione della palla-gol capitata a Nela. Buono Osti, che non dà molto spazio al suo avversario, e buono Gentile. Meglio del solito Verza, che evdentemente sente gli stimoli della partita che dovrà giocare contro i greci. Ci piace a tratti Brady, marcato spietatamente (ma l’irlandese deve abituarsi a questo clima… italiano). Molto bene Tardelli, che ritrova antiche freschezze, in chiaro progresso Causio, volitivo e tenace. Tanto movimento per Fanna. Ammirevole il lavoro sull’arco di attacco di Bettega. intrappolato in un’area intasatissima. Stupende due sue conclusioni, l’ultima delle quali, nel primo tempo, avvenuta al 41′ su indovinatissimo traversone di Cabrini. Bettega è certamente tra gli uomini più in vista, nonostante le difficoltà. Dopo i primi quarantacinque minuti queste le risultanze: dominio territoriale della Juve. accorto e intelligente gioco di rimessa di un Genoa ben preparato atleticamente e diligente tatticamente, ma niente gol. Oltre alle difficoltà soggettive, la Juventus lamenta però ostacoli oggettivi molto consistenti. Il Genoa non le concede davvero nulla, centrandola sempre in maniera ossessiva, impedendole di ragionare e vietandole la strada che porta a Martina. Si riprende ed è subito gol per la Juventus. Al 7′ infatti Causio pesca a centro area Fanna, che cade a terra dopo un contrasto con Di Chiara. Terpin concede il rigore, che Cabrini realizza con un sinistro rasoterra alla destra dello spiazzatissimo Martina. Dopo il gol di Cabrini la partita si sblocca, si scioglie. Le marcature sono attente ma non più esasperate e le azioni sull’uno e l’altro fronte aumentano. Al 14′ Fanna di destro spedisce la palla poco al di sopra dell’incrocio dei pali. Tre minuti dopo Osti nel tentativo di opporsi a un centro di Boito a momenti propizia una autorete. Al 18′ il secondo gol della Juventus: splendido lancio di 40 metri di Brady. Fanna supera in sprint la difesa genoana. presa d’infilata, e di giustezza precede l’uscita disperata di Martina. Due minuti dopo il Genoa accorcia le distanze. Boito dribbla per linee interne, tenta il tiro, contrasto, palla che perviene a Russo, il quale di prima intenzione batte di- sinistro Zoff. Che le marcature siano fatalmente allentate lo dimostra un’altra occasione capitata al Genoa: Cavagnetto. al 23′. fallisce di testa una occasione propizia. In queste fasi di gioco ci pare che la difesa bianconera stia dimostrando evidenti disattenzioni con le connesse conseguenze. Il Genoa frattanto continua la sua gagliarda prova. Simoni ha a disposizione un buon collettivo, irriducibile, quadrato, maturo, che sicuramente disputerà un ottimo campionato di serie B. Il Genoa non si dà per vinto e si sposta in avanti con maggiore frequenza: il suo tessuto, logicamente, subisce più smagliature. La Juventus ne approfitta al 37′ con Brady, che fa sfoggio di precisione e intelligenza.
Mentre Fanna e Bettega chiedono la palla con inserimento a centroarea, Prandelli si sgancia sulla sinistra e l’irlandese lo pesca con uno stupendo tocco diagonale. Prandelli evita l’uscita di Martina e insacca vanificando l’intervento in extremis di Onofri. retrocesso sulla linea di porta. La difesa juventìna, a nostro avviso, continua a giocare con troppa sufficienza. Al 42′ Odorizzi evita con una finta Scirea e si presenta solo davanti a Zoff. il quale è bravo ad opporglisi con il corpo.
Angelo Caroli
tratto da: La Stampa 8 Settembre 1980