8 Settembre 1991: Foggia – Juventus

É l’ 8 Settembre 1991 e FoggiaJuventus si sfidano nella Seconda Giornata del Campionato di Serie A 1991-92  allo Stadio ‘Pino Zaccheria’ di Foggia.

Contro questo Milan imbattuto in Serie A) perfettamente guidato in panchina da Fabio Capello, é diffcile ottenere di piú di un secondo posto nella Classifica Finale del massimo campionato italiano. Cosí una Juventus ancora debole ma tato volenterosa riesce nel suo scopo iniziale! Dall’altra parte c’é un Foggia che guidata in panchina dal ‘nemico giurato’ dei bianconeri Zdenek Zeman disputa un campionato eccellente e termina la sua corsa a metá classifica.

Buona Visione!

foggia

 

Stagione 1991-1992
Campionato di Serie A – 2 andata
Bari – Stadio San Nicola
Domenica 8 settembre 1991 ore 16.00
FOGGIA-JUVENTUS 0-1
MARCATORI: Schillaci 47

FOGGIA: Mancini, Petrescu, Codispoti, Picasso (Porro 73), Matrecano, Consagra, Rambaudi, Shalimov, Baiano, Barone, Signori
Allenatore: Zdenek Zeman

JUVENTUS: Tacconi, Carrera M., De Agostini, Reuter, Kohler, Julio Cesar, Di Canio (Galia 51), Marocchi, Schillaci (Alessio 70), Baggio R., Casiraghi
Allenatore: Giovanni Trapattoni

ARBITRO: Lanese


BARI DAL NOSTRO INVIATO 

Nello stadio San Nicola, che consacrò il suo trionfo personale a Italia ’90 come re del gol, Totò Schillaci ha ritrovato se stesso. Sua la rete, nella stessa porta dove trasformò il rigore del 2-1 con l’Inghilterra per il terzo posto, che ha sbloccato il risultato in apertura di ripresa consentendo alla Juventus di legittimare la sua superiorità su un Foggia tutt’altro che accomodante; battagliero e con i connotati della squadra-rivelazione capace di far soffrire qualsiasi avversario. 

Non era stato casuale il pareggio di San Siro con l’Inter e ieri la Juventus è stata messa alla frusta dalla matricola pugliese, in esilio a Bari per l’inagibilità del vecchio Zaccheria. C’è voluto un grande Julio Cesar, ben coadiuvato da Kohler e Carrara, per impedire a Baiano, Signori e Rambaudi di creare grossi pericoli a Tacconi sceso in campo con un’infiltrazione per attenuare un dolore, dovuto ad una ghiandola infiammata. E’ stato un match spettacolare ma duro, maschio ma non cattivo anche se Lanese ha estratto ben 7 volte il cartellino giallo. Il Foggia ha reclamato due rigori, ma sia nell’intervento di Marocchi su Baiano (17′) che nel mani di Julio Cesar (97′) non c’era volontarietà. Ingiustificati i cori «ladri, ladri» indirizzati alla fine dai tifosi foggiani anche se è comprensibile la loro delusione dopo la prestazione spiccatamente offensiva dei rossoneri che sono stati trafitti in contropiede dalla Signora Concretezza. 

Per essere completamente fedele a questo aggettivo, la Juventus dovrà sfruttare di più le occasioni che riesce a costruire. Baggio, Schillaci e Casiraghi ne hanno fallite un paio a testa. Quando saranno più freddi e aggiusteranno la mira, diventeranno autentiche bocche da fuoco, su un mezzo blindato, con cingoli di marca tedesca che rispondono al nome di Kohler e Reuter. E’ una Juventus che viaggia a punteggio pieno, a braccetto con il Milan. Le due favorite per lo scudetto sono già in fuga anche se non ci sono più partite facili e se ogni domenica nasconde trappole e campi minati. E che Trapattoni non sottovalutasse la squadra di Zeman lo testimonia il fatto che, sull’1-0, ha tolto prima Di Canio (50′) per inserire Galia, e poi addirittura Schillaci (70′), per aggiungere un centrocampista (Alessio) a salvaguardia del meritato successo firmato da Schillaci. L’avevano accusato di essere troppo egoista.

Un disco che suonava, con ossessione, la stessa musica ed aveva finito per condizionare Totò. Ieri, ben due volte, in posizione favorevole, ha rinunciato a tirare per passare ad un compagno. Un altruismo esagerato. Un goleador deve seguire il suo istinto e Totò più di altri, anche se ha piedi in grado di rifinire ottimi palloni. Il suo primo gol in campiona- Schillaci batte il Foggia con un gol nella porta in cui si consacrò bomber del Mondiale Bari restituisce alla Juve Totò-gol Sette ammoniti, e i pugliesi reclamano due rigori to ha anche il sapore di una «vendetta» nei confronti di Zeman, l’unico allenatore con il quale non ha legato pur avendo conquistato, alle sue dipendenze, il titolo di capocannoniere in serie B con il Messina. Un gol che lo sblocca psicologicamente e gli restituisce fiducia e serenità. 

Con questi stati d’animo, crescerà il suo rendimento e ne beneficeranno anche Baggio e Casiraghi. Il resto della Juventus è già ben registrato. Il centrocampo fa filtro, grazie ai rientri di Di Canio che si sacrifica a scapito della lucidità, ed alla maturazione ed alla buona condizione atletica di un Marocchi più lineare e geometrico, e sostiene l’attacco. Ma è soprattutto la difesa, con Julio Cesar migliore in assoluto, a dare ampie garanzie di solidità e che ha in De Agostini e Carrera due terzini pronti a fiondarsi avanti. I colossi non hanno piedi d’argilla ed hanno retto di fronte alla rapidità e alle triangolazioni dei foggiani che giocano a memoria e sono fisicamente ben allenati da Zeman. La Juve vola. 

Il Foggia ha perso e si consola con l’incasso-record. Nel primo tempo erano mancati i gol, ma la folla si era divertita. Il collettivo da corsa del Foggia opposto ai solisti in concerto della Juve. Zona contro sistema misto. Due scuole, diverse con un comune denominatore: la mentalità vincente. Onore agli sconfitti. 

Bruno Bernardi

tratto da: La Stampa 9 Settembre 1991



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