É l’ 8 Settembre 1993 e Juventus e Sampdoria si sfidano nella Terza Giornata del Girone di Andata del Campionato di Serie A 1993-94 allo Stadio ‘Delle Alpi’ di Torino.
La Juve allenata in panchina da Giovanni Trapattoni e trascinata in campo da un Roberto Baggio nel suo momento più splendente si appresta a piazzarsi al secondo posto del massimo campionato calcistico. Davanti c’é l’inarrivabile Milan di Fabio Capello che ‘ammazza’ il campionato fin dall’inzio. Dall’altre parte c’é una Samp che allenata magistralmente da Sven Goran Eriksson ottiene un bellissimo terzo posto finale dopo un campionato al di lá delle piú rosee aspettative.
Buona Visione!
Stagione 1993-1994 – Campionato di Serie A – 3 andata
Torino – Stadio Delle Alpi
Mercoledì 8 settembre 1993 ore 18.30
JUVENTUS-SAMPDORIA 3-1
MARCATORI: Gullit 27, Conte A. 28, Baggio R. 47, Moeller 64
JUVENTUS: Peruzzi, Porrini, Torricelli, Fortunato A. (Marocchi 35), Carrera M., Julio Cesar, Di Livio, Conte A., Ravanelli, Baggio R., Moeller (Galia 79)
Allenatore: Giovanni Trapattoni
SAMPDORIA: Pagliuca, Mannini, Rossi, Gullit, Vierchowod, Bucchioni, Lombardo (Salsano 48), Jugovic, Serena M. (Bertarelli 69), Mancini, Evani
Allenatore: Sven Goran Eriksson
ARBITRO: Baldas
Moeller un asso di puntualità
Gullit predicatore nel deserto
PERUZZI 6,5. Non è facile restare lucidi, avvertendo nella gente un senso di sfiducia alla minima indecisione. Un paio di buone parate.
PORRINI 6. Controlla a sufficienza Mancini. In crescita.
TORRICELLI 6,5. Poche gocce di Valium ed eccolo addormentato sul gol di Gullit. Però si riscatta e determina pure la rete di Baggio.
FORTUNATO s.v.: Trap decide di utilizzarlo, come mediano, a mezz’ora dall’inizio, poco convinto del suo recupero. Infatti dopo una decina di minuti zoppica e sparisce subito dal match (dal 34′ Marocchi 6,5. Avvio stentato, bene il resto).
CARRÉRA 6. Gli manca l’avversario, perché Gullit gioca lontano dall’area. Si perde e picchia duro. Come gli altri è più efficace nella ripresa.
JULIO CESAR 6,5. Se la squadra gira ecco anche il Morone.
DI LIVIO 6. Da anni non vedevamo nella Juve un’ala così morfologicamente ala. Lo chiamano poco in azione. Bravo in copertura.
CONTE 7. Avvia la riscossa in un’occasione imperdibile. Instancabile il suo lavoro a centrocampo.
RAVANELLI. 6. Voglio ma non posso. Il Marine s’ingoffa in controlli improbabili nel primo tempo, senza scoraggiarsi. E nella ripresa fa sentire il suo peso: ottimo l’assist per la terza rete.
BAGGIO R. 6,5. Al 47′ sbuca dal buio di un primo tempo passato a toccheggiare: non è Divino come in altri tempi (e lo si vede al 68′ quando spreca un’occasione maliziosa), pazienza. Però la zampata la mette lo stesso.
MOELLER 7,5. Entra in tutte le azioni decisive, l’unico nel primo tempo a sfondare da sinistra nella difesa sampdoriana. A volte lo cerchi per vedere se c’è e alla fine lo trovi nel tabellino, alla voce marcatori.
PAGLIUCA 5,5. Non fa il massimo sul tiro di Moeller da cui nasce il primo gol: troppo centrale la respinta. Altre imprecisioni.
MANNINI 5. Dalla sua parte passano Moeller, Ravanelli, Baggio, Torricelli: più che una striscia di campo pare un’autostrada. E il casellante dov’è?
ROSSI 5. Insicuro in fase difensiva, terribilmente approssimativo in quella di spinta.
GULLIT 7. Gesù che predica nel deserto. Costruisce da solo l’unica occasione vera, la realizza, spazia ovunque godendo di un’inspiegabile libertà. Si guarda attorno e non trova la Sampdoria.
VIERCHOWOD 6. Non è in forma. L’ha capito pure Sacchi.
BUCCHIONI 5. Liscia l’azione del primo gol juventino, non è mai là dove dovrebbe essere. E’ ancora giovane. Si dice così.
LOMBARDO 6. Il suo movimento è limitato da un calcione che riceve dopo la mezz’ora (dal 47′ Salsano 6, quando entra la Samp si è già spenta e lui non ha la chiave per riavviarla).
JUGOVIC 6. Prova incolore se non per un paio di tiri.
SERENA 5,5. Quando cresce il ritmo a centrocampo lo saltano con facilità. (68′ Bertarelli s.v.)
MANCINI 5,5. Nervoso, stizzoso. Si capisce subito quando non è in serata. Calcia un paio di conclusioni e l’assist per Gullit. Troppo poco.
EVANI 6. Fa argine per quanto può, che non è molto, di questi tempi.
L’arbitro Baldas 7. Bravo perchè è stato soprattutto essenziale
Marco Ansaldo
tratto da: La Stampa 9 Settembre 1993