9 Febbraio 2014: Verona – Juventus

É il 9 Febbraio 2014 e si gioca Verona-Juventus che si sfidano nella quarta Giornata del Girone di Ritorno del Campionato Italiano di Calcio di Serie A 2013-14 allo Stadio ‘Marc’Antonio Bentegodi‘ di Verona.

É una Juventus tutta record questa guidata in panchina dal ‘gladiatore’ Antonio Conte. É la Juve dei 102 punti finali che strapazza tutti e conquista così il suo trentaduesimo scudetto. Pensate che il Torino (fermatasi ad un onorevole settimo posto) finisce a ben quarantacinque (45!) punti di distacco dalla squadra Campione d’Italia. Dall’altre parte c’é un Verona che disputa un campionato al di sopra delle attese e chiude a metá classifica.

Buona Visione!


verona

 

Stagione 2013-2014 – Campionato di Serie A – 4 ritorno
Verona – Stadio Marcantonio Bentegodi
Domenica 9 febbraio 2014 ore 15.00
VERONA-JUVENTUS 2-2
MARCATORI: Tevez 4, Tevez 21, Toni 52, Gomez J. 90+4

VERONA: Rafael, Cacciatore (Gomez J. 86), Moras, Marques, Albertazzi, Romulo, Donadel (Cirigliano 69), Hallfredsson, Iturbe, Toni, Jankovic (Martinho 62) – Allenatore : Andrea Mandorlini

JUVENTUS: Buffon, Caceres, Bonucci, Chiellini (Ogbonna 74), Lichtsteiner, Vidal, Pirlo, Pogba, Asamoah (Peluso 80), Tevez, Llorente (Osvaldo 65) – Allenatore : Antonio Conte

ARBITRO: Doveri



Verona-Juventus 2-2, Conte si ferma Doppietta di Tevez, poi Toni e Gomez

E’ stata fatal Verona. Toni e Gomez hanno ribaltato tutto. E’ finita 2-2. Dopo 52 minuti di dominio assoluto, la Juve si   complicata la vita, subendo due schiaffi che hanno fatto infuriare Conte. Non è bastata la doppietta di Tevez nel primo tempo, perché l’ex ariete azzurro e Juanito Gomez, appena entrato in campo, hanno rimontato i campioni d’Italia in zona Cesarini. Un peccato veniale (la solita distrazione su palla inattiva) ha riaperto una partita che sembrava chiusa, in cassaforte. L’Hellas ha protestato con Doveri per un tocco di mano di Lichtsteiner prima del pareggio. L’arbitro l’ha giudicato involontario. Dubbi pure sul raddoppio di Tevez e sul gol di Toni. Entrambi sembravano di qualche centimetro in fuorigioco. Discreto l’esordio di Osvaldo, che ha colpito il palo e ha fatto vedere cose positive. Numeri comunque spaventosi per la banda del tecnico salentino: 19 vittorie su 23 partite di campionato, 56 gol fatti, 18 subìti per un totale di 60 punti. Più di tutto aveva impressionato il modo con cui i bianconeri hanno aggredito la partita fin dal fischio d’inizio di Doveri e cercato il bottino pieno. Cattiveria agonistica, fame, qualità e cinismo. Allo stesso modo ha sorpreso e non poco, quando gli avversari hanno accorciato il risultato. E’ venuto fuori il braccino corto dei bianconeri, un limite della capolista, che ha subito il pareggio nei minuti di recupero con Juanito Gomez, mandato in campo da Mandorlini qualche attimo primo. Un punto a testa.

Stadio Bentegodi pieno. Pubblico delle grandi occasioni. Titolarissimi per Conte: 3-5-2. Buffon (ha scontato la squalifica) tra i pali. Caceres al posto dell’infortunato Barzagli. Per il resto, tutto secondo copione. Mandorlini non ha rinunciato al 4-3-3, ma i veneti si sono fatti travolgere subito. Progressione e tiro di Asamoah, respinto da Rafael (un po’ sorpreso), tocco sottomisura di Tevez, primo centro del 2014. Uno a zero dopo 4 minuti. Troppo presto. La Juve ha continuato ad attaccare, spingendo sull’acceleratore. Verticalizzazione di Pogba per l’Apache, scattato sul filo del fuorigioco (c’era di qualche centimetro). Per l’argentino è uno scherzo metterla dentro. Due a zero in 21 minuti di furia bianconera. Il Verona non ha reagito. Sterile le offensive dei veneti, che hanno chiuso la prima frazione senza dare segnali.

E’ bastato un episodio, una palla inattiva (il tallone d’Achille della capolista) per riaprire la partita. Calcio di punizione di Romulo, colpo di testa di Toni (anche lui oltre la linea di qualche centimetro) e palla nel sacco. Per l’ex bianconero undicesimo centro in questa stagione. Uno a due. E partita riaperta. Viva. Il Verona si è svegliato dal torpore che aveva scandito il primo tempo. Girandola di cambi. Fuori Llorente, dentro Osvaldo, che colpisce il palo al primo pallone toccato. Cresce la spinta dei padroni di casa. Accelerano. Ci provano. La Juve sembra aver paura. Arretra. Mandorlini trova il jolly dalla panchina. Fuori Cacciatore, dentro Juanito Gomez. Peluso e gli altri difensori se lo perdono e di testa sigla il 2-2, scatenando la rabbia di Buffon, miracoloso su Toni qualche minuto prima. Un punto a testa, che lascia l’amaro in bocca alla Juve. Conte però può vedere il bicchiere mezzo pieno, perché la Roma nel derby non è andata oltre lo zero a zero. Seppur con una partita in più, i punti di distacco dai giallorossi restano 9. Non un dettaglio.

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