É il 9 Ottobre 1988 e Como e Juventus si sfidano nella Prima giornata del girone di andata del Campionato di Serie A 1988-89 allo Stadio ‘Giuseppe Sinigaglia’ di Como.
É una Juventus che cerca di costruire una squadra ancora scossa dal addio di ‘Le Roi‘ Michel Platini e dai fallimenti di Ian Rush e del tecnico Rino Marchesi. Guidati in panchina dalla leggenda Dino Zoff, i bianconeri raggiungono un quarto posto in campionato che dovrebbe rappresentare un buon viatico per il futuro. Dall’altra parte c’è un Como che disputa un campionato al di sotto delle attese e scivola mestamente in Serie B.
Buona Visione!
Stagione 1988-1989 – Campionato di Serie A – 1 andata
Como – Stadio Giuseppe Sinigaglia
domenica 9 ottobre 1988 ore 15.00
COMO-JUVENTUS 0-3
MARCATORI: De Agostini 3, Laudrup 10, Buso 32
COMO: Paradisi, Annoni, Colantuono, Lorenzini (Simone 27), Maccoppi, Albiero, Verza (Milton 46), Invernizzi, Giunta, Centi, Corneliusson
Allenatore: Rino Marchesi
JUVENTUS: Tacconi, Bruno P., De Agostini, Galia (Magrin 77), Brio, Tricella, Marocchi, Rui Barros, Buso, Zavarov, Laudrup
Allenatore: Dino Zoff
ARBITRO: D’Elia
Zoff si commuove alla «prima» di Sacha
Il primo tempo é la Juve che più gli piace.Ammette:
“I due gol nei primi dieci minuti ci hanno facilitato il compito. La squadra ha sbagliato poco o niente, giocando con grande praticità, ritmo e precisione. E non è solo merito di Zavarov, perché tutti hanno fatto in pieno il proprio dovere”.
Ma Zoff è un perfezionista per natura ed allora aggiunge:
“Esaltarsi per questa vittoria sarebbe un errore. Possiamo e dobbiamo migliorare. Nel secondo tempo infatti qualcuno ha voluto strafare, gettando al vento altre occasioni da gol Da oggi pensiamo alla coppa: ci attende un compito molto difficile, anche perché mancherà Zavarov”.
E già, Sacha è sempre sulla bocca di tutti. Anche Laudrup, tornato al gol in campionato dopo 19 mesi di digiuno ne parla, ma per precisare:
“Zavarov non si discute, ma non mi sembra giusto dopo una vittoria tanto squillante dare meriti soprattutto a lui. La Juve è stata irresistibile come complesso, ritrovando ritmi di gioco che si erano smarriti da due anni».
Ma lo Zavarov-day non può far passare In secondo piano la splendida prova di Marocchi. E’ il ritratto della felicità:
«Se ancora avevo dubbi, ora sono sicuro: ho scelto davvero la squadra migliore. Il mio compito è di lavorare tanto a centrocampo come vuole Zoff e credo di esserci riuscito. Potevo essere uno degli esclusi con l’arrivò di Zavarov, invece Zoff ha avuto fiducia in me ed ora non posso deluderlo”.
Ma Sacha non ha potuto esprimere in pieno le proprie impressioni. Mancava Tatiana, cosi il russo si è limitato a pochi monosillabi che ci pare vadano interpretati cosi:
“Tutto molto bello, sono felice per questo debutto cosi fortunato. Avevo paura all’inizio, ma ho capito in fretta che le cose sarebbero andate bene. Unica difficoltà il caldo, soprattutto nel secondo tempo”.
Ma nei primi quarantacinque minuti, Zavarov aveva già fatto in pieno il proprio dovere, confermando, se ce ne fosse stato bisogno, di essere un fuoriclasse di valore mondiale. A fine partita, nello spogliatoio i compagni gli hanno rivolto un lungo applauso. Persino a Zoff brillavano gli occhi.
“Bravi, bravissimi tutti quanti. Un successo netto che non stupisce me, ma forse quelli che non credevano in questa Juve”.
L’allusione alle inchieste d’inizio stagione che non mettevano la Juventus tra le grandi favorite è fin troppo evidente. E Zavarov?
“Abbiamo azzeccato lo straniero giusto. Grazie alla sua immensa classe, è riuscito ad ambientarsi subito nel nostro calcio’.
Fabio Vergnano
tratto da: La Stampa 10 Ottobre 2023