INTRODUZIONE

Quando l’Editore, su suggerimento dell’amico fraterno nonché collega Massimo Novelli, mi ha proposto di scrivere questo libro ho subito accettato соn grande entusiasmo. Non l’avrei mai scritto per un altro, ma per Gigi Buffon ho detto si. Una storia che mi ha sempre entusiasmato la sua, ricca di contenuti, tecnici e umani, ricca di spunti interessanti sulla vita di un ragazzo prima e un uomo dopo che antepone lo sport e il calcio a tutto, соn le sue regole e il suo fascino. Ma non dimentica di essere uomo, di essere legato a dei sani principi ereditati da una famiglia di sportivi. Principi di lealtà, sportività e soprattutto di rispetto e stima per tutti, avversari compresi. E poi il fatto di essere più fortunato di altri non gli ha mia impedito di pensare proprio a quegli “altri”, dai poveri ai tossicodipendenti, dagli orfani agli abitanti di paesi africani che soffrono la fame. È stato il primo ad accettare di diventare “testimonial” del progetto per il Sant’Anna, il noto ospedale ginecologico соn il quale la Juventus F.C. ha da anni un rapporto di grande partecipazione attraverso la beneficenza e l’aiuto.
Ma ciò che più mi ha colpito è stato l’ultimo episodio che Buffon ha vissuto da vero uomo. Una scelta di vita, mica robetta. La Juventus che viene retrocessa in serie В con una forte penalizzazione, due scudetti vinti sul campo, ma strappati con violenza e spregio dalle maglie bianconere dopo le note vicende di “calciopoli”. Una fuga generale dei grandi campioni, da Ibrahimovic a Vieira, da Cannavaro a Zambrotta, da Emerson a Mutu. Lui, Buffon, no. Rimane.