Campioni Indimenticabili: Luciano Favero

Nel momento in cui chi legge questo articolo il primo pensiero sará sicuramente domandarsi se la parola ‘campione‘ stia bene accoppiata al giocatore che trattiamo oggi in questo pezzo.

Sicuramente il buon Luciano Favero, prelevato dal Avellino nell’estate del 1984, non passerá alla storia del club bianconero per classe e tecnica espressa nel rettangolo verde del campo, peró il veneziano pretende un posto di diritto nella epopea juventina per via delle vittorie e contributo a tali successi.


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“Poi è sopraggiunta una fase all’insegna della paura di commettere errori; essere accanto a personaggi di fama mondiale, mi ha fatto scaturire un senso di inferiorità e di imbarazzo che ha creato delle difficoltà al mio rendimento iniziale.

Soprattutto, ero deluso dalla consapevolezza di vedere i tifosi juventini titubanti a un mio impiego nella squadra bianconera; molto mi giudicavano non da Juventus. È stato un periodo molto duro, poi, in una partita casalinga contro il Napoli, sono riuscito ad annullare Maradona e la gente ha cominciato a scoprire anche Luciano Favero, quale protagonista delle vittorie della Juventus”.

Al Corriere dello sport disse: “Ho perso un sacco di soldi… Quando giocavo avevo aperto con un socio un’autorivendita. Beh, è stato un fallimento, ci ho rimesso un miliardo, tutti i guadagni di una carriera. Poi ho lavoricchiato qua e là. Aiutando qualche amico con dei lavoretti, anche manuali. Ora faccio il caddie master (quello che nel golf porta le mazze). Sei ore al giorno in un golf club vicino a casa mia, dalle par­ti di Santa Maria di Sala, nel ve­neziano: sto all’aria aperta, me la spasso, non è male, dico sul se­rio. Non mi sono nemmeno fatto il patentino da allenatore. E poi per questo mondo ci vuole carattere, io sono troppo buono, non ho il pelo sullo stomaco, me­glio lasciar perdere”.

tratto da: Favero, l’operaio che fermò Maradona



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