16 Febbraio 1975: Juventus – Varese

É il 16 Febbraio 1975 e Juventus e Varese si sfidano nella terza Giornata del Girone di Ritorno del Campionato Italiano di Calcio di Serie A 1974-75 allo Stadio ‘Comunale’ di Torino.

La Juve é guidata in panchina da Carlo Parola e si appresta a vincere il suo sedicesimo scudetto. Dall’altra parte c’é il Varese che allenato da Pietro Maroso non riuscirá ad evitare una retrocessione in Serie B che a molti sembrava inevitabile.

Buona Visione!


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Campionato di Serie A 1974-1975 – 3 ritorno
Torino – Stadio Comunale
Domenica 16 febbraio 1975 ore 15.00
JUVENTUS-VARESE 3-0
MARCATORI: Damiani rigore 29, Anastasi 75, Borghi autorete 82

JUVENTUS: Zoff, Gentile, Cuccureddu, Capello F., Morini, Scirea, Damiani (Altafini 68), Causio, Anastasi, Viola F., Bettega
Allenatore : Carlo Parola

VARESE: Fabris, Valmassoi, Zignoli, Borghi, Maggiora, Prato, Fusaro, Bonafè, Sperotto, Marini, Libera (Ramella 46) –
Allenatore : Pietro Maroso

ARBITRO: Panzino



La Juventus dopo un mese ritrova la strada del successo al Comunale
ANASTASI TORNA AL GOL E BATTE IL VARESE 
Il centravanti bianconero non segnava da oltre tre mesi 
Bellissima la sua rete, dopo il rigore trasformato da Damiani e prima dell’autogol di Borghi
Panzino ammette di aver forse negato un altro penalty ai bianconeri che non hanno mai sottovalutato il Varese 

Pietro Anastasi ha giustiziato il Varese restituendo a se stesso e alla Juventus la gioia dei gol casalinghi. Da un mese i bianconeri non segnavano al Comunale. Da tre mesi il centravanti non andava a rete. Ieri è stato cancellato questo doppio sortilegio con una prestazione più rabbiosa che ordinata di tutto il complesso. Una prestazione comunque all’altezza del primo posto in classifica, a suffragio di una Juventus che sa ciò che vuole e non prende sottogamba le partite facili o presunte tali. Anastasi ha segnato soltanto un gol, bellissimo, il secondo. Piroetta e gran tiro di destro, dal limite, come ai bei tempi. Però, ha propiziato gli altri due, il primo perché l’ha visto protagonista dell’azione che è stata interrotta da Borghi con un fallo da rigore, il terzo perché l’autogol di Borghi si è verificato sul suo tiro ravvicinato. Ritrovando l’Anastasi che segna, anche perché i compagni maggiormente lo cercano, la Juventus ha ritrovato anche il miglior Capello che si è affiancato degnamente, avanti e indietro con la sua azione nitida e intelligente, a un Causio che è al massimo della forma. Il «barone» indossa volentieri i panni del regista quando è in condizione. Nell’appoggio, nei dribbling, nei lanci lunghi, strappa applausi e stimola la squadra in attacco. Non a caso molte palle-gol sono nate dai suoi spunti o dai suoi cross. 

La strada del nuovo successo bianconero è stata spianata dal rigore che Panzino ha concesso per l’atterramento di Anastasi dopo diciannove minuti di gioco. Un penalty in favore della Juventus a questo punto non è facile concederlo perché le polemiche di San Siro hanno lasciato inevitabili strascichi nella psicologia degli arbitri. Panzino, però, non poteva ignorare un simile fallo, soltanto per far piacere a Giagnoni e qualcun altro. L’ha ammesso negli spogliatoi, dopo la partita e quando gli abbiamo chiesto ae la Juventus di rigori non ne meritava almeno altri due ha risposto: ‘Uno in più forse, quello per il fallo su Bettega nel secondo tempo, ma non ero ben piazzato e ho visto soltanto cadere il giocatore. Il primo fallo su Anastasi in area, prima del rigore, era più che altro d’ostruzione. 

Quello su Capello nella ripresa non esisteva perché l’avversarlo è entrato sulla palla-. Le oneste ammissioni dell’arbitro calabrese chiariscono possibili equivoci e confermano che almeno un rigore c’era senza ombra di dubbio. Rigore trasformato da Damiani che si è fatto così perdonare la giornata di scarsa vena nella quale si è imbattuto al punto da meritare la sostituzione con Altafini quando mancavano venti minuti alla fine. Il Varese forse non meritava un crollo in tal misura, perché si è battuto senza erigere barricate difensive, ma costringendo la Juventus all’impegno in ogni zona del campo. Maroso con un gioco di numeri di maglie aveva piazzato il numero 5 Maggiora, ex bianconero, nella fascia destra dell’attacco per fermare Cuccureddu, mentre il numero 7 Fusaro diventava subito stopper contro Bettega. Il resto era di ordinaria amministrazione, con Prato su Capello, Bonafè su Causio, Marini su Viola, Valmassoi su Damiani, Zignoli su Anastasi, mentre alle due punte avversarie, Libera e Sperotto, Parola opponeva rispettivamente Morini e Gentile. Con le due punte risultava più agevole alla squadra lombarda attaccare, ma nel contempo era più agevole per la Juventus infilarsi a centrocampo e liberare qualche uomo qua e là per l’affondo o il cross. Il compito del Varese veniva complicato dallo scarso rendimento di Libera, alla sua prima vera partita, dopo quattro mesi di sosta per infortunio, cui Morini non concedeva neanche la possibilità di respirare. Da solo Sperotto non poteva mettere in crisi l’attenta difesa bianconera ed appariva subito inevitabile il successo della Juventus alla quale Anastasi, Causio e Capello più degli altri concedevano il miglior contributo offensivo. 

Dopo appena 20″, su lancio di Capello da tre quarti campo, la Juventus aveva già la possibilità di andare in gol, ma Damiani una volta entrato in area batteva d’esterno destro senza imprimere alla palla né forza né indirizzo giusto. Damiani si ripeteva al 7′ quando di un pasticcio nell’area varesina non sapeva approfittare e steccava la palla rimastagli sul piede sinistro. Senza affanno, la Juventus continuava ad attaccare, accettando le controffensive del Varese anche perché così godeva di spazi più ampi. All’11’ Anastasi lanciato in area veniva abbattuto da Zignoli. A noi è parso che esistessero gli estremi per il rigore. A Panzino no. Anastasi si rialzava senza fare scene o piegarsi in proteste. Proprio Pietro in settimana aveva raccomandato meno isterismi in campo e proprio lui dava l’esempio. Al 19′ il primo gol. Causio lanciava Anastasi sul vertice sinistro dell’area varesina, Il centravanti con un pallonetto entrava in area scavalcando Zignoli, evitava Borghi e si allargava per il tiro, ma non lo effettuava perché Borghi lo mandava a terra con intervento irregolare. Calcio di rigore. L’unico a protestare era Borghi. Damiani dal dischetto trasformava con un secco tiro d’interno destro sulla sinistra del portiere. Al 29′ il Varese provava senza convinzione da lontano con Prato, ma Zoff neutralizzava in ginocchio e subito riprendeva l’offensiva bianconera. Al 32′ una bella azione. Lancio di Causio da metà campo, cross volante di Anastasi sulla testa dell’accorrente Bettega che però colpiva male, anche perché ostacolato. Applausi scroscianti mentre nei parterre due tifosi bianconeri stanno ancora discutendo sulla validità o meno del calcio di rigore. Verranno allontanati dalla forza pubblica e identificati. Poi decideranno se denunciarsi l’un contro l’altro. Pericolo per la Juventus un minuto dopo. Gentile fermava istintivamente con le mani un cross per Sperotto, appena un metro fuori l’area di rigore. Punizione che Libera calciava alta. Il tempo si chiudeva con uno show di Causio, che prima tirava al volo (34′), poi seminava avversari in dribbling lungo il campo (39′), infine lanciava Damiani in zona gol (42′) con un passaggio mal sfruttato dall’ala. 

Nella ripresa, Maroso presentava Ramella «punta» al posto dell’ormai esausto Libera e Morini si incaricava di annullare anche il sostituto a conferma di una giornata positiva pure per lui. Un gran gol di Bettega (rovesciata e tiro del «sette») veniva annullato dopo 35″ per precedente fallo dello stesso Bettega, il quale due minuti dopo molto ben lanciato in area varesina si faceva precedere i da Borghi e Fusaro. Al 3′ Maggio-1 rà falciava in area Capello ma col piva anche la palla e ciò valeva ad assolverlo dal rigore. Al 5′ la più grossa occasione per il Varese con Bonafè che dopo avere scambiato con Maggiora tirava debolmente e a lato. Al 7′ un bellissimo cross di Anastasi non veniva sfruttato da Bettega che, solo dinanzi alla porta avversaria, con un secco colpo di testa tirava sul portiere. Al 16 ancora Bettega, lanciato in area, veniva abbracciato e steso da Fusaro. Su questo episodio Panzino ammetterà di avere forse sbagliato a non concedere il penalty. Panzino fa il tifo perché la Ju ventus non si congedi dalla parti¬ ta con un solo gol all’attivo, quel lo segnato su rigore, e Anastasi l’accontenta. Dopo che Damiani ha lasciato il posto ad Altafini, Pietro prende la palla al limite, tenta il passaggio, non lo effettua perché vede i compagni marcati, tenta il dribbling e gli riesce, allora si volta e fa partire un tiro improvviso che si infila nel «sette» sulla sinistra di Fabris vanamente proteso in tuffo. E’ il gol che il centravanti aspettava da tre mesi. Alla festa partecipano tutti i suoi compagni di squadra. Anastasi cerca di ripetersi a 2 minuti dalla fine. Bettega lo lan¬ cia in area approfittando di un malinteso fra i difensori del Varese. Pietro tallonato da Zignoli, tira. La palla finirebbe fuori, ma Borghi che sopraggiunge in corsa la devia nella rete di Fabris con il piede destro involontariamente. 

Fa 3-0 e Parola alla fine va da Panzino per supplicarlo: ‘L’ultimo gol lo dia ad Anastasi’. Panzino replica: ‘Non posso, proprio non posso. E’ autogol’. E finisce con un sorriso, dopo una partita molto civile fra tutte e due le squadre e con un pubblico che ha dato l’esempio senza sparare un mortaretto, neppure in segno di festa. 

Franco Costa
tratto da: La Stampa 17 febbraio 1975




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